Conte vede Draghi e pensa a silurare Di Maio. Malumori contro Dibba: fa tanto il puro ma…
Colloquio stamattina a Palazzo Chigi tra il Presidente del Consiglio, Mario Draghi e il Presidente del M5S, Giuseppe Conte. I due hanno parlato dell‘agenda di governo e delle tappe del Pnrr. Conte ha anche risposto alla proposta avanzata dal Pd di una bicamerale sull’agenda Mattarella.
Agenda Mattarella, Conte vuole la sfiducia costruttiva
“Ho sempre detto” – ha detto lasciando Palazzo Chigi – che sul tema delle riforme “dobbiamo fare alcuni interventi per rendere più stabili i prossimi governi. Abbiamo una cronica instabilità e questo non ci fa bene. Una riforma dei regolamenti parlamentari è assolutamente necessaria per scoraggiare i passaggi da un gruppo all’altro” e inoltre va introdotta “la sfiducia costruttiva“, perché “non possiamo affrontare crisi al buio”.
La crisi interna al M5S, la sfida con Di Maio
La crisi da affrontare subito però è quella tutta interna al Movimento, e cioè il braccio di ferro col ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “L’idea che matura – scrive La Stampa – sarebbe quella di proporre agli iscritti, attraverso una discussione e un voto on line, una sorta di sfiducia del ministro degli Esteri. Una bocciatura ufficiale del suo operato che lo costringa alle dimissioni almeno dal ruolo rivestito nel comitato di garanzia. Ma non si tratta più solo di Di Maio e del duello ingaggiato con l’ex premier”. Il problema sono anche i gruppi parlamentari che vogliono invece che si trovi una mediazione e pensano che il muro contro muro danneggerà ancora di più l’immagine del Movimento.
Malumori contro Di Battista
Inoltre – annota sempre La Stampa – “appare pericoloso il peso che danno ora i vertici alle parole di Alessandro Di Battista: l’ex deputato appoggia Conte e sembra già porre condizioni per il suo ritorno al suo fianco. Chiede di abbandonare il governo Draghi, spiega di non fidarsi di Enrico Letta e del Pd. «Ma Alessandro era pronto a fare il ministro ai tempi del Conte 2, ha rinunciato solo perché la condizione di Renzi era che a quel punto entrasse anche la Boschi. E adesso fa il puro! Ma che pensa, che non ci ricordiamo nulla?», racconta chi quella trattativa l’ha vissuta da vicino. Andrea Cioffi, già ex sottosegretario, sospira: «Ah caro Gianroberto che stai lassù. Almeno Giove lanciava le saette! E tu che fai?»”.