Covid, 24.408 nuovi casi. Lo studio: «In Italia si è contagiata una persona su 5»
Sono stati 24.408 i nuovi casi di Covid e 201 i morti registrati in Italia nelle ultime 24 ore. Il totale dei decessi arriva così a 153.190 da inizio pandemia. Ieri i contagi erano stati 42.081, ma le vittime 141. Il tasso di positività scende al 10,5% su 231.766 tamponi, a fronte dell’11,3% di ieri su 372.776 tamponi. E mentre «buone notizie» arrivano anche dal fronte delle evidenze su Omicron 2, che confermano come «non sia più severa» di Omicron, uno studio rivela che in Italia ormai si è contagiato il 20% della popolazione.
I numeri del bollettino Covid di oggi
Sul fronte dei ricoveri oggi, rispetto a ieri, si registrano 91 persone in più nei reparti: i pazienti con sintomi in ospedale sono complessivamente 13.375. Calano, invece, di sei unità, a fronte di 55 ingressi, i posti letto occupati in terapia intensiva, per un totale di 928 pazienti ricoverati in situazioni più critiche. Gli attualmente positivi sono 1.321.971, vale a dire 26.376 meno da ieri, mentre i guariti arrivano a 11.019.298 con un saldo di 50.659 in più nelle ultime 24 ore. Sono, infine, 12.494.459 le persone che hanno contratto il virus da inizio pandemia.
Lo studio: «In Italia contagiata una persona su 5»
Secondo il report dell’Altems, l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, in Italia «indicativamente una persona su cinque (20%) si è contagiata», con un valore massimo registrato dalla provincia autonoma di Bolzano (33,9%) e un valore minimo registrato in Sardegna (9,7%).
La letalità del Covid passata dal 15% all’1%
Inoltre, il report evidenzia che «si è passati da una letalità (percentuale di vittime sul totale dei casi) del 15% (circa 1 paziente Covid-19 su 7) nella prima ondata pandemica, a una, tra ottobre e novembre 2020, intorno al 3%». Dall’inizio di gennaio 2022 si assiste, poi, «a un’ulteriore diminuzione nei valori di letalità grezza apparente, che la porta – sottolinea il report – poco sopra l’1%». Quanto alla mortalità (percentuale di deceduti sul totale della popolazione), «era di 4,83 per 100 mila abitanti nella prima ondata, contro una mortalità di 1,29 per 100mila nell’ultima».
Silvestri: «Omicron 2 non è più severa di Omicron»
È stato poi il virologo Guido Silvestri a rassicurare rispetto alle preoccupazioni sorte intorno a Omicron 2. «Buone notizie dal Sudafrica: cresce l’evidenza clinica che la sub-variante di Omicron Ba.2 non sia (ripetiamo, non sia) più severa di Omicron Ba.1 (la classica), come alcuni avevano ipotizzato», ha scritto su Facebook, il docente della Emory University di Atlanta, postando uno studio sudafricano sulla severità clinica di Omicron 2, che ormai circola in diversi Paesi. Secondo i ricercatori del National Institute for Communicable Diseases, la nuova variante può avere un vantaggio competitivo rispetto a Omicron 1 in alcuni contesti, ma il profilo clinico della malattia rimane simile.