Covid, 49.040 nuovi casi e 252 morti. Arriva il vaccino Novavax: ecco le istruzioni per l’uso

23 Feb 2022 19:30 - di Redazione
vaccino Novavax

Mentre il bollettino quotidiano della Protezione Civile e del ministero della Salute aggiorna anche per oggi i dati su contagi e decessi. E riferisce di 49.040 nuovi casi d’infezione da Coronavirus. Di altri 252 morti, nelle ultime 24 ore. E dell’esecuzione di 479.447 tamponi, che hanno rilevato un tasso di positività al 10,2%. Con la voce sui ricoveri che scende a 12.527 (-549 da ieri), e 886 in terapia intensiva (-10 da ieri), i media rilanciano la notizia dell’arrivo imminente – è atteso in Italia entro la fine di questa settimana – di Nuvaxovid, il vaccino di Novavax: il primo scudo anti-Covid a base di proteine autorizzato in Ue.

Arriva il vaccino Nuvaxovid di Novavax: da somministrare in 2 dosi a distanza di 21 giorni

Dunque, mentre il virus sembra allentare la sua presa, arriva in Italia Nuvaxovid, il vaccino di Novavax. Ma come si userà? Le indicazioni le dà una circolare del ministero della Salute, firmata dal direttore generale della Prevenzione sanitaria, Giovanni Rezza. E allora, intanto scopriamo che: sarà un vaccino somministrato a over 18 e viene incluso nel programma di vaccinazione «attualmente solo per il ciclo primario», precisa il documento diramato ieri. L’indicazione di utilizzo di questo vaccino era stata approvata il 22 dicembre 2021 dalla Commissione Tecnico Scientifica (Cts) dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa, che aveva accolto il parere dell’agenzia europea dei medicinali Ema. Per Nuvaxovid è previsto un ciclo di 2 dosi (da 0,5 ml l’una, contenenti 5 microgrammi della proteina Spike di Sars-CoV-2 con adiuvante Matrix-M), «da somministrare per via intramuscolare (preferibilmente in regione deltoidea del braccioa distanza di 3 settimane (21 giorni) l’una dall’altra.

Vaccino Novavax: ecco le istruzioni per l’uso. E in gravidanza e allattamento…

La circolare riporta anche la scheda tecnica del farmaco e la nota informativa predisposta da Aifa. Nei documenti che illustrano le caratteristiche del prodotto si specifica che «i dati relativi all’uso di Nuvaxovid in donne in gravidanza sono limitati». E che «gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti su gravidanza, sviluppo embrio-fetale, parto o sviluppo postnatale». La somministrazione del vaccino in gravidanza deve essere dunque «considerata solo quando i potenziali benefici superano i potenziali rischi per la madre e per il feto». Per quanto riguarda l’allattamento «non è noto se Nuvaxovid sia eliminato per escrezione nel latte materno umano». Ma «non si ritiene che possa causare effetti su neonati/lattanti, dal momento che l’esposizione sistemica al prodotto scudo di donne che allattano è trascurabile». Nel capitolo dedicato alla fertilità si spiega che «gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti di tossicità riproduttiva».

Non richiede diluizione e ha una validità di 9 mesi

E allora, entrando nel merito del dettaglio: ogni flaconcino multidose di Nuvaxovid contiene «10 dosi. Non richiede diluizione e pertanto è già pronto all’uso – spiega la circolare del ministero –. E il flaconcino chiuso, conservato in frigorifero a una temperatura compresa tra 2 e 8° C, ha una validità di 9 mesi. A temperatura ambiente fino a 25° C, è utilizzabile entro 12 ore. Dopo la prima perforazione, il flaconcino può essere conservato ad una temperatura tra 2 e 25° C ed è utilizzabile entro 6 ore».

Chi ha ricevuto una prima dose di vaccino Novavax deve ricevere la seconda dello stesso siero

Nelle caratteristiche del prodotto si precisa anche che al momento «non ci sono dati disponibili sull’intercambiabilità» del vaccino Novavax con altri vaccini anti-Covid per il completamento del ciclo di vaccinazione primario. Chi ha ricevuto una prima dose di Nuvaxovid deve ricevere la seconda dose dello stesso per completare il ciclo di vaccinazione. Viene poi ricordato che al momento la «durata della protezione offerta dal vaccino non è nota, in quanto ancora in via di determinazione nelle sperimentazioni cliniche in corso». E che «la protezione potrebbe non essere completa fino a 7 giorni dopo la somministrazione della seconda dose».

 

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