“Dopo Auschwitz, la speranza”: un libro di Angelo Cirasa racconta i viaggi della memoria (video)
“Dopo Auschwitz, la speranza” (Guida editori, pp. 174, € 15), dello scrittore e giornalista Angelo Cirasa, è la nuova edizione del racconto di un viaggio nei campi di sterminio insieme a un gruppo di studenti, realizzato poche settimane dopo l’istituzione della Giornata della Memoria da parte dell’ONU. A quel viaggio ne seguirono altri, sempre in coincidenza con il 27 gennaio, che hanno rafforzato la necessità, l’urgenza di rendere viva la memoria di quel momento storico, la liberazione del campo di Auschwitz da parte dell’Armata rossa il 27 gennaio del 1945, la tragedia sulle cui ceneri si fondò un nuovo patto civile, democratico e libero. Una riflessione sulla democrazia, semplice ma non leggero come scriverebbe Calvino, con tanti strumenti utili per giovani e adulti per conoscere quel periodo storico.
“Dopo Auschwitz, la speranza” nel segno della memoria da non perdere
Questa nuova edizione è arricchito da due saggi del filologo latino Enrico Ariemma e del filosofo teoretico Massimo Donà, un video, i podcast con le testimonianze degli studenti di oggi, oltre che da un percorso fotografico di Cesare Abbate, una bibliografia, una filmografia, una raccolta di musica e siti internet dedicati alla Shoah. Tutti i materiali multimediali si possono consultare anche su un canale YouTube dedicato.
“La scintilla dell’odio si accende facilmente e molto velocemente deflagra e devasta i territori della civiltà. Per questo dobbiamo essere sempre quotidianamente vigili e pronti a spegnere questi fuochi con gli strumenti della democrazia e della conoscenza per difendere la foresta dei valori della convivenza civile delle comunità“, si legge nella quarta di copertina.
Un libro che rappresenta la volontà di riaffermare con forza i valori della democrazia e della libertà di cui prenderci cura costantemente contro i negazionismi, i complottismi, l’utilizzo talora strumentale dell’Olocausto in un periodo storico di grande cambiamento come quello che stiamo vivendo.