Invasione in Ucraina: “Non solo l’energia, prepariamoci all’impennata dei prezzi di pasta e pane”
L’invasione in Ucraina avrà effetti concreti sui consumatori italiani: la Russia è infatti il principale fornitore di gas della Ue, mentre l’Ucraina è il principale fornitore di grano d’Europa. Un combinato disposto che avrà ripercussioni inevitabili.
«La caduta dei mercati all’annuncio dell’invasione in Ucraina è soprattutto frutto di una reazione emotiva. Nelle prossime settimane il vero problema sarà il consolidamento della spirale inflazionistica. Le quotazioni dell’energia saliranno ancora e soprattutto cresceranno i prezzi degli alimentari. Questo avrà un impatto sociale pesante». Lo dice, alla Stampa, Franco Bernabè, presidente di Acciaierie d’Italia.
«Oltre alla crescita dei prezzi dell’energia aumenteranno i prezzi della pasta e del pane, componenti fondamentali della spesa delle famiglie. Questo – dice ancora – è destinato ad avere un impatto molto forte sul tenore di vita di una parte importante della popolazione. L’inflazione si alzerà ancora, ormai non è più un fenomeno transitorio. A quel punto, seguirà una politica monetaria più restrittiva, ma l’aumento dei tassi comporterà un rallentamento dell’economia reale», prevede Bernabè.
“Purché le sanzioni non penalizzino più l’economia europea che quella russa”
«Se guardiamo a quel che è successo nel 2014, dopo l’occupazione della Crimea, direi proprio» che le sanzioni servano. «In un quinquennio l’economia russa ha perso nove punti di Pil, non mi pare un dato banale. C’è poi un altro aspetto, non squisitamente economico: noi imprenditori saremmo sempre contro le sanzioni perché danneggiano anche le nostre aziende, ma nello stesso tempo siamo cittadini e come tali dobbiamo valutare le scelte dei governi. Personalmente condivido le decisioni dei governi dell’Occidente di fronte a un atto così grave come quello della Russia di Putin. L’importante è che le sanzioni non penalizzino di più l’economia europea rispetto a quella russa che si vuole colpire». Lo dice, a Repubblica, l’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.
Più in generale, spiega, «la guerra, con la sua drammaticità, deve essere l’occasione per mettere finalmente in campo un credibile piano di politica energetica nazionale ed europeo. Non è possibile che i due principali Paesi manifatturieri del continente, Germania ed Italia, dipendano dal gas russo per le loro attività produttive».
Invasione in Ucraina, Dini: “Le sanzioni avranno effetti negativi per noi non per gli Usa”
«Ora siamo in una situazione difficile», dice all’Adnkronos Lamberto Dini. Secondo l’ex premier ed ex minstro degli Esteri, «l’Ue imporrà delle sanzioni severe, ma Putin le avrà già ampiamente prese in considerazione prima di intraprendere questa azione militare. Sanzioni che avranno effetti negativi per noi stessi, non per gli Usa. Personalmente, speravo che Putin non arrivasse a tanto. È un autocrate ma anche un grande stratega: la misura dell’errore si avrà solo in base allo sviluppo della situazione. Tuttavia, ribadisco: l’Italia deve restare fedele alla sua posizione europea e atlantica, anche perché non ha scelta, e anche se sarà duramente penalizzato il suo export mentre già si sta impennando il costo del gas. Purtroppo, paghiamo il prezzo di non aver preso in considerazione un nuovo Trattato di sicurezza in Europa, che avrebbe comportato la possibile riduzione degli armamenti, sia a Est che a Ovest. Ora – conclude Dini – nessuno può dire come finirà».