Galli bastian contrario, “contesta” Draghi sull’addio (graduale) al Green pass: “Messaggio sbagliato”

23 Feb 2022 20:41 - di Adriana De Conto
Draghi Galli

Le parole del premier Draghi (“Stop allo stato di emergenza in Italia dopo il 31 marzo, non ci sarà dunque nessuna proroga), hanno suscitato  le reazioni di esperti e virologi. Da Andreoni a Bassetti passando per Galli a Vaia. L’Adnkronos ha fatto una carrellata di pareri. Come sbagliarsi? Tutti esultano (“Era ora…”. L’unico a “gelare” il via libera che il premier ha promesso dal 31 marzo è il virologo del Sacco di Milano, Massimo Galli. L’unico a criticare la “svolta” di Draghi.

Massimo Galli: “Da Draghi messaggio non corretto”

“Sono assolutamente del parere che si debba riaprire tutto quello che si può aprire nel Paese. Ma se questo comprende anche l’eliminazione del Green pass, seppure graduale, non sono per nulla d’accordo”. E aggiunge perentorio Galli: “E non so quando potrò esserlo. Sono convinto che non sia un messaggio corretto da dare in questo momento e può essere utile solo a tenere insieme una traballante maggioranza” di governo. Massimo Galli, ex direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano contesta le parole di Draghi. Per lui il Green pass è intoccabile e il premier manderebbe un messaggio sbagliato.

Galli: “E’ come se Draghi invitasse a non fare la terza dose”

Spiega: “Non c’è nessuna contraddizione tra il mantenimento del Green pass e le aperture. Il mantenimento del Green pass è una garanzia. Non conosco nel dettaglio le parole del premier ma francamente messaggi di sospensione del certificato verde, per quanto graduali (e non mi è chiaro cosa significhi) sono quasi una sollecitazione a far in modo che i molti che devono fare la terza dose non la facciano e che non si proceda alla vaccinazione dei non vaccinati tra i più piccoli. E questo non va bene“. Poi “boccia” ancora le parole del premier: l’eliminazione delle zone a colori? “Francamente non hanno una rilevanza in questa situazione, dice, a proposito dell’eliminazione del criterio annunciato da Draghi.

Bassetti: “Dopo il bastone, finalmente la carota”

In controtendenza altri studiosi. Commenta Bassetti il via libera del premier: “Sono misure che ci riportano alla normalità, è il momento della carota dopo il bastone, senza ‘sbracare’ però. Ha deciso bene, bravo Draghi”. Così all’Adnkronos Salute si esprime Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.

Vaia: “Green pass strumento temporaneo, basta ideologismi”

“Troviamo nelle parole del presidente Draghi quanto da noi da sempre affermato: è tempo di considerare le misure per la popolazione (il Green pass in primis) strumenti e non ideologismi”. E’ la reazione del direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia. “Strumenti temporanei che hanno avuto ed hanno un senso in momenti determinati. Ora l’innovazione, il progresso, i vaccini e le terapie segnano questo tempo. Non dobbiamo più tornare indietro. Molte bene presidente Draghi, l’Italia va avanti per non tornare più indietro”. E avverte: “Ora serve una spinta, anche del Parlamento, perché si adottino, con decreto del presidente del Consiglio, le linee guida per gli impianti di ventilazione nelle scuole”.

Andreoni: Serve cautela

Anche Andreoni invita alla cautela circa le parole pronunciate dal premier a Firenze. Anche se non tocca i vertici di Galli “Quella del premier Draghi è una scelta precisa con motivazione comprensibili; ma, dal punto di vista epidemiologico, dobbiamo essere cauti”. Il primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma non sembra molto convinto di volere riaprire il Paese. “La situazione deve essere tenuta sotto controllo perché i casi sono ancora alti e abbiamo un numero di morti tra i più alti in Europa”. Facciamo notare che il bollettino di oggi 23 febbraio segna ancora un calo di contagi e decessi.

Rasi: “Via il Green pass se si svuotano gli ospedali”

Quando anche l’Italia potrà vivere il suo ‘Freedom Day’, avverte Guido Rasi, consulente del commissario all’emergenza coronavirus, generale Francesco Paolo Figliuolo. Ma pone un parametro:  quello che succederà dal primo aprile “andrebbe deciso il 29 marzo innanzitutto in base a come si sono svuotati gli ospedali. Il nostro problema in questo momento è curare le persone che hanno altre malattie” diverse da Covid-19, sottolinea l’ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema. “Quindi, se gli ospedali sono ragionevolmente sgombri e possono finalmente dedicarsi al resto, si può pensare di allentare lo strumento del Green pass”.

 

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