Gismondo fuori di sé, Green pass base? Una follia: vale per stranieri, ma non per gli italiani al lavoro
Una bizzarria tutta italiana, quella del Green pass valido per far entrare gli stranieri in Italia, ma insufficiente per permettere agli italiani di accedere al posto di lavoro. Nel marasma di annunci e smentite. Regole e contro-norme. Precetti e codicilli, salta agli occhi la contraddizione insita nelle istruzioni per l’uso del certificato verde. Con la microbiologa del Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, pronta a stigmatizzarne controsensi e sconcerto di ritorno.
Green pass base, Gismondo: una “follia”. Vale per stranieri in arrivo e non per italiani al lavoro
«È un Paese sicuramente anormale quello che fa entrare i cittadini extraeuropei con un Green pass base e li fa circolare, però impedisce ai propri abitanti, ai propri residenti, di andare a lavorare con lo stesso documento». Un “assurdo” giuridico istituzionalizzato dal governo, su cui la microbiologa Maria Rita Gismondo – pur accogliendo con favore il provvedimento che dal primo marzo equiparerà gli arrivi extra Ue a quelli Ue – punta il dito e rispetto al quale, al tempo stesso, alza le mani: pronta ad arrendersi all’ineffabile contraddittorietà di «un’anomalia oggettiva». Quella ratificata a suon di decreti e provvedimenti. Varata dal governo e che sta constando rinunce e sacrifici, carte bollate e indignazione a molti dei nostri connazionali. Insomma, un’anomalia tipicamente italica, per cui il certificato base basta agli stranieri per fare il loro ingresso in Italia, ma non agli italiani over 50 per presentarsi sul posto di lavoro.
Dal governo un’apertura a metà che penalizza solo gli italiani
«Siamo veramente alla follia» commenta una Gismondo esterrefatta all’Adnkronos Salute. Aggiungendo a stretto giro: «Ritengo positivo l’allentamento delle misure ai confini per i turisti extraeuropei che vogliono entrare in Italia. E che ora potranno farlo con il Green pass base, quindi eventualmente anche con il tampone, se non vaccinati. Ma dopo la premessa, spazio al commento al vetriolo. Con la scienziata che argomenta: «Se questa è una misura assolutamente ragionevole – spiega la la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bio-emergenze dell’ospedale Sacco di Milano –. E auspichiamo sia preludio di altre aperture. Trovo assurdo però – conclude l’esperta – che resistano alcuni paletti per i cittadini italiani». Scioglieranno mai l’enigma Draghi, speranza e colleghi?