La Lega rompe sulle nuove misure sulla scuola: Garavaglia lascia il Cdm e Giorgetti non partecipa
Il via libera del Consiglio dei ministri alle nuove misure anti-Covid sulla scuola arriva senza il disco verde della Lega. Infatti il ministro Massimo Garavaglia –che ha preso parte alla cabina di regia che ha preceduto la riunione – ha abbandonato il Cdm. Motivo? La contrarietà della Lega alle misure che introducono una distinzione tra vaccinati e non nelle scuole. Con le nuove norme infatti sono esenti dalla Dad gli studenti vaccinati. Alla riunione sarebbe rimasta solo la ministra leghista Erika Stefani.
Assente anche il ministro Giancarlo Giorgetti, che ha voluto anche lui mandare un segnale di dissenso allineandosi alle posizioni del suo partito sulla scuola. Si tratta di una mossa politica in parte attesa. Si era capito infatti già nei giorni delle votazioni sul presidente della Repubblica che la Lega, uscita malconcia dalla partita quirinalizia, avrebbe battuto i pugni sul tavolo per cercare di rimettersi in sintonia con gli elettori delusi. Il segnale è stato inviato a Draghi e alla maggioranza di governo alla prima occasione utile.
Ora si tratterà di vedere se la Lega ha deciso di far traballare l’esecutivo di unità nazionale o se cerca solo di aumentare il pressing sul premier per ottenere più voce in capitolo su questioni da sempre care al Carroccio: dall’immigrazione al green pass. Sarà Matteo Salvini a fare chiarezza con una nota attesa in serata.
Il premier Mario Draghi a sua volta, aprendo i lavori del consiglio dei ministri, ha introdotto il tema osservando che la scuola aperta è una priorità del governo. “Vogliamo limitare di molto l’uso della didattica a distanza, per permettere a un numero sempre maggiore dei nostri bambini e ragazzi di andare in classe”.
Il premier sarebbe stato irremovibile dinanzi alle proteste della Lega. “Capisco le difficoltà, gli scrupoli e le perplessità”, ma la distinzione tra vaccinati e non, anche nelle scuole, va introdotta. Così, riferiscono fonti di governo all’Adnkronos, il premier Mario Draghi avrebbe replicato al ministro Massimo Garavaglia, che in Cdm ha sollevato i dubbi della Lega sulle nuove misure varate dal governo. Il presidente del Consiglio, raccontano, sarebbe stato comprensivo ma anche tranchant, evitando che si riaprisse una discussione sulle norme già definite in cabina di regia.