La Russia fuori dall’Eurovision di Torino: il pugno duro dell’Europa in risposta all’assalto di Putin
La guerra arriva sul palco dell’Eurovision. Qualche giorno fa i media hanno dato conto del caso di Alina Pash, la cantante che avrebbe dovuto rappresentare Kiev alla kermesse che quest’anno si svolge a Torino. E indotta a ritirarsi dopo le polemiche scatenatesi in seguito all’accusa di aver tenuto concerti in Crimea, dopo l’annessione alla Russia. E che i detrattori hanno accusato anche di aver violato le leggi arrivando nella penisola in aereo, e non attraverso l’unico percorso consentito: via terra. Insomma, una guerra sul campo e virtuale che sconfina anche sul palco del Contest europeo su cui, fino a poco fa, incombeva anche il “giallo della partecipazione”…
La Russia fuori dall’Eurovision di Torino
Fino al primo pomeriggio, infatti, era sembrato che la Russia potesse partecipare all‘Eurovision Song Contest di quest’anno, nonostante l’assalto militare alla vicina Ucraina. Una notizia suffragata nelle scorse ore anche dalla Bbc che, in merito alla richiesta della tv di Stato dell’Ucraina di squalificare la Russia dalla competizione, aveva riportato la decisione presa in quel momento dagli organizzatori del festival musicale internazionale (i membri dell’Ebu, European Broadcasting Union, ovvero dei servizi pubblici europei, ndr) che avevano aperto le porte dell’evento – che si svolgerà a Torino dal 10 al 14 maggio – sia agli artisti dell’Ucraina che della Russia.
Il sindaco di Torino: «Una decisione dolorosa, ma un segnale necessario»
Nel tardo pomeriggio, però, tutto cambia ancora una volta. E gli organizzatori dell‘Ebu, European Broadcasting Union, ovvero i servizi pubblici europei, in una nota fanno sapere che nessun cantante russo potrà partecipare all’edizione di quest’anno dell’Eurovision Song Contest, che prevede la finale a Torino. Una decisione presa per il timore che, alla luce della crisi senza precedenti in Ucraina, l’inclusione di una voce russa nel Contest di quest’anno potrebbe portare a screditare la competizione stessa. O meglio, come ha spiegato il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, commentando la scelta di Ebu e Rai: «Una decisione dolorosa, ma anche un segnale che andava dato. E bene abbiamo fatto a darlo».
Eurovision, fuori la Russia… «Nella speranza che si torni quanto prima al tavolo del negoziato»
«Lo scopo di Eurovision – ha ricordato inoltre Lo Russo – è di lanciare un messaggio di fratellanza e di speranza. E di integrazione europea. Ma questo è il tempo delle decisioni e delle mobilitazioni. Pertanto, condivido pienamente la decisione che è stata presa oggi. Non perché questo sia utile allo svolgimento corretto dell’iniziativa. Ma perché non possiamo rimanere inerti. Dobbiamo dare segnali e fare cose concrete nella speranza che si torni quanto prima al tavolo del negoziato».