Le banche italiane adesso tremano: sono le più “esposte” del mondo ai capitali degli oligarchi russi
Prestiti e finanziamenti complessivi per 25,3 miliardi di dollari, ai quali si aggiungono quasi 6 miliardi di garanzie: è questo il “peso” finanziario della Russia sulle principali banche italiane, che oggi tremano, alla luce degli scenari di guerra che divampa in Ucraina e dell’inizio della guerra delle sanzioni e delle ritorsioni. Oggi Repubblica dà le cifre inquietanti che spiegano come gli istituti di credito italiano siano i più “esposti” agli oligarchi russi in termini di prestiti e garanzie, partecipazioni azionarie e incroci societari.
La Russia tiene in ostaggio le banche italiane
Le banche “esposte” sono quelle più importanti, Unicredit e Intesa Sanpaolo in testa. Ma cosa c’è dentro a questi 25 miliardi di dollari abbondanti? “In prima battuta – spiega oggi Repubblica – crediti vantati dagli istituti italiani verso aziende e gruppi russi, più tutta una serie di operazioni a sostegno dello scambio commerciale con Mosca, specialmente su materie prime, senza dimenticare i prestiti ai clienti privati. A calcolare il dato, in base ai numeri al 30 settembre dell’anno scorso, è la Banca dei regolamenti internazionali (Bri), che indica per gli istituti francesi 25,1 miliardi di esposizione, che scendono a 17,5 miliardi per quelli austriaci, a 14,6 per le banche statunitensi e a 8 per le tedesche. Se poi tali esposizioni vengono rapportate alle attività bancarie del singolo Paese, l‘Austria svetta in classifica evidenziando finanziamenti alla Russia pari all’1,4%, mentre Italia e Francia si collocano al secondo e terzo posto, rispettivamente con lo 0,5 e lo 0,2%”.
Bankitalia in allarme, ma anche la Bce
Sulla base della classifica dell’Iif (Institute of international finance), si comprendono le preoccupazioni della Bce che in questi giorni sta chiedendo conto agli istituti di credito dell’area dell’euro della loro esposizione verso la Russia, domandando – come riferito da Bloomberg – di valutare liquidità, prestiti, azioni, obbligazioni, posizioni in valuta e continuità operativa, proprio alla luce delle possibili conseguenze legate alla nuova frattura che si è aperta tra Mosca e i Paesi occidentali per la crisi in Ucraina. Ma anche Bankitalia si starebbe muovendo. “Addirittura, la Vigilanza bancaria, in alcuni casi, sarebbe in contatto quotidiano con alcuni istituti di credito per valutare l’impatto di scenari che spaziano da un inasprimento delle sanzioni a una vera e propria invasione dell’Ucraina. In Italia quindi, con ogni probabilità, la Bce si è già messa in contatto con Unicredit e Intesa Sanpaolo, le banche del nostro Paese che risultano anche le più esposte alla Russia”.