M5S-Pd, l’asse scricchiola. Conte sferza Letta e gli manda a dire: campo largo? Non ci sto. Il Pd sia chiaro
Conte alza la voce. E nel messaggio che vuole mandare a Letta, ammonisce l’alleato con cui, in giorni difficili del matrimonio giallorosso, sembra vivere un momento da separato in casa. Già, perché mentre sullo sfondo lo scenario dell’alleanza tra Pd e M5S rimanda un’immagine di tregua armata – e di guerra aperta sul territorio, col fronte delle trattive per le prossime comunali infuocato e litigioso – l’ex premier interviene pubblicamente. E dopo la spaccatura palesata ieri al Senato sul caso Open, con il Pd che ha votato a favore di Renzi. Mentre il M5S ha espresso parere contrario, oggi il leader 5S torna a parlare in prima persona. E lo fa per mettere le mani avanti e lanciare un chiaro monito ai possibili alleati, sul fatidico “campo largo”…
Il messaggio di Conte a Letta
«Vogliamo parlare tutti i giorni di campo largo? Possiamo parlare di tutte le formule astratte che volete. Ma cosa significa campo largo? Se significa politiche per i cittadini annacquate, io in questo campo largo non ci entro», tuona Giuseppi arrivando al Senato. Quindi incalza (e ne approfitta per lanciarsi in uno dei suoi spot auto-promozionali, di cui è ormai un consumato professionista): «Mi interessa parlare di salario minimo, di sapere chi lo firmerà questo disegno di legge. Mi interessa sapere come intendiamo la politica e l’etica pubblica. Il contrasto dei privilegi interessa o no? I politici hanno dei percorsi preferenziali? Cosa fanno, sollevano un conflitto di attribuzione? Dicono che i pm hanno violato la Costituzione? Se questo è il campo largo, non ci interessa», afferma lapidario l’ex presidente del Consiglio. In una esternazione che si legge “Io non ci sto”. E che si traduce in una frattura con gli alleati dem.
Conte: campo largo? Non ci sto…
Una crisi ormai conclamata che, giorno dopo giorno, mette in discussione l’asse giallorosso tra Pd e M5S. E quest’ultima presa di posizione dell’avvocato pugliese ne conclama tutti i sintomi. Definitivamente. Insomma, l’alleanza non è affatto scontata, come molti potrebbero pensare. E alle elezioni nazionali mancano ancora diversi mesi. Dunque, con Pd e pentastellati litigiosi e puntigliosi, il punto di contatto – e le convergenze ipotizzate fin qui – potrebbe implodere da un momento all’altro, e l’intesa giallorossa sgretolarsi improvvisamente.
L’ex premier tentato di rovesciare il tavolo?
D’altro canto, sempre oggi via social Conte si è lanciato in un’intemerata virtuale che mimetizzava a fatica indignazione e risentimento covati per la posizione che il Partito democratico ha assunto in Senato, al momento del voto, nei confronti di Matteo Renzi: l’eterno rivale di sempre dell’ex premier e dei grillini. Un boccone amaro e indigesto, che ha spinto il leader M5S a postare (e a sferzare Letta): «La nostra linea è molto chiara: spetta agli altri fare chiarezza sulle proprie scelte di ieri e di domani. Chi vuole lavorare con noi non può eludere queste questioni, deve assumersi queste responsabilità». E ogni riferimento a fatti e persone qui appare tutto fuorché casuale…