Meloni ai Conservatori Usa: «Orgogliosi delle nostre identità. Combattiamo per difenderle»
Accolta da un tifo quasi da stadio e salutata da una standing ovation, Giorgia Meloni ha tenuto il suo intervento al Cpac, il Congresso dei conservatori americani, in corso a Orlando, Florida. «Giorgia, Giorgia», ha urlato la platea quando la leader di FdI ha fatto il suo ingresso sul grande palco rosso e blu, puntellato dal bianco delle poltroncine per i dibattiti. «Naturalmente, me li sono portati da casa», ha scherzato Meloni, dando subito l’idea di una grande familiarità con l’ambiente dei conservatori d’Oltreoceano, che per la seconda volta l’hanno invitata a rappresentare la destra italiana e ora anche europea alla loro assise.
Da leader di FdI a leader Ecr: la seconda volta di Meloni al Cpac
Meloni lo ha ricordato: «Cari amici – ha detto – questa è la seconda volta che salgo su questo palco. La prima volta sono stata invitata qui come leader di Fratelli d’Italia, un piccolo orgoglioso partito conservatore italiano. Oggi mi rivolgo a voi come presidente del partito dei Conservatori Europei, che riunisce 44 partiti patriottici e conservatori d’Europa e del resto del mondo, compreso il Partito Repubblicano americano». Meloni, quindi, ha parlato anche della crescita di FdI, di come sia diventato il primo partito del centrodestra e, secondo alcuni sondaggi, il primo partito italiano. «Ve lo dico perché la verità delle nostre idee è davvero ciò a cui la gente guarda», ha chiarito, allontanando l’idea che quella potesse essere una notazione per sottolineare la portata del proprio successo.
«Noi combatteremo sempre la nostra libertà»
«La gente capisce che l’unico modo per ribellarsi oggi è essere conservatori», ha quindi proseguito la leader di FdI, ricordando come tutti gli aspetti che contribuiscono all’identità delle persone e a puntellare la loro libertà siano oggi sotto attacco dei «cosiddetti progressisti». «I diritti, la libertà individuale, la prosperità, l’educazione dei nostri figli sono sotto attacco», ha avvertito tra l’altro Meloni, ripetendo più e più volte che «noi non ci arrenderemo, noi combatteremo sempre per la nostra libertà e la nostra identità». Immigrazionismo, cancel culture, ideologia gender, attacco alla sovranità degli Stati sono tutti i modi in cui questa sinistra priva di identità cerca di attaccare l’identità di chi ci crede, dei popoli che orgogliosamente combattono per continuare a essere chi sono.
L’orgoglio dell’identità, negli Usa come in Europa
Sono metodi che la sinistra usa a livello planetario, ha ricordato Meloni, sottolineando le similitudini tra ciò che avviene negli Usa e ciò che avviene in Europa, tra ciò che avviene al confine con il Messico e ciò che avviene in Sicilia. «Voi in America e noi in Europa, e con noi gli amici degli altri continenti, siamo orgogliosi delle nostre identità e delle nostre specificità. E sappiamo che il nostro avversario, invece, agisce su scala globale, con gli stessi metodi e la stessa ideologia, per annientare quelle identità e quelle specificità».
Meloni: «Non saremo mai le scimmiette della sinistra»
«La buona notizia è che, come noi in Italia, come voi qui negli Usa, sempre più persone non vogliono più accettare tutto questo. Un numero sempre maggiore di nostri concittadini sceglie ogni giorno di non arrendersi, di ribellarsi al loro modello cinese, alle loro fake news, alla loro dittatura politicamente corretta», ha proseguito Meloni, mettendo anche in guardia da quel modo arrogante, prevaricante con cui questa sinistra pretende di dire alla destra come deve essere. «Ma noi – ha avvertito la leader di FdI – non saremo mai le loro scimmiette, non faremo mai parte del loro zoo. Dei loro media, dei loro inner circle non ci interessa, perché a noi interessa la gente, noi stiamo dalla parte della gente».
L’Ucraina: «Una nazione orgogliosa che combatte per la libertà»
«Proveranno a toglierci tutto, ma non potranno mai toglierci ciò che siamo», ha quindi concluso Meloni, che, salutata da una standing ovation, aveva aperto il suo intervento spiegando di essere stata in dubbio, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, se partire o meno alla volta degli Usa. «Poi – ha spiegato – ho capito che, di fronte a questo attacco inaccettabile, essere qui era il modo migliore per chiarire da che parte stiamo. Siamo dalla parte del diritto internazionale, della libertà, e in definitiva, di una nazione orgogliosa che sta insegnando al mondo cosa significhi combattere per la libertà».
«In politica estera la debolezza non è un’opzione»
«Oggi è il momento di essere uniti e prendere posizione. E sappiamo molto bene che la nostra parte è il mondo occidentale. Avremo tempo – ha aggiunto – per parlare degli errori. Naturalmente, come molti di voi concorderanno, nessuno mi toglie dalla testa che senza lo scandaloso ritiro delle truppe da Kabul ieri, non avremmo mai visto il tragico assedio di Kiev oggi. E, certamente, nessuno si appresterebbe di vedere Taiwan occupata domani». «Perché in politica estera quando si tratta di difendere interessi strategici e valori fondamentali, una dimostrazione di debolezza non è un’opzione. Gli antichi romani dicevano: “Si vis pacem, para bellum”, “Se vuoi la pace, prepara la guerra”».