Migranti, Pd e M5S vogliono riproporre lo “Ius soli” sotto falso nome: si chiamerà “Ius scholae”…
Ius soli, avanti tutta! Il caro-bollette può attendere. Così come la guerra poco meno di 15oo chilometri da casa o l’emergenza profughi che già si staglia drammaticamente al nostro orizzonte. Questioni importanti anche per Enrico Letta, certo, ma nessuna come una nuova legge sulla cittadinanza. Vuoi mettere? Tutti problemi che angoscino l’Italia cominciano da qui. Incredibile, ma vero: il segretario dem vuole riempire questi residui mesi di legislatura ripescando dal baule della propaganda de sinistra la legge sullo ius soli. Così, giusto per aggiungere qualche altro elemento di divisione ad una maggioranza già tenuta insieme dagli spilli.
Letta ci riprova
A dargli manforte, il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera nonché relatore del provvedimento, il grillino Giuseppe Brescia. Sua l’idea di dare una riverniciata al titolo del disegno di legge trasformandolo in un più pomposo ius scholae. Ma sempre di latinorum si tratta, cioè un imbroglio finalizzato ad accorciare i tempi per ottenere la cittadinanza italiana. Una vera rivoluzione rispetto alla vigente normativa del 1992, che basa il diritto alla cittadinanza sullo ius sanguinis, salvo che a richiederla al compimento della maggiore età i figli di genitori stranieri se nati in Italia e qui ininterrottamente residenti. Vulnerare questo principio, come appunto vogliono fare Letta e Brescia, significa sostituire lo ius sanguinis con lo ius soli, e si torna a bomba.
FdI e Lega già sulle barricate
Com’era prevedibile, l’accelerazione impressa da Pd e M5S al testo non piace affatto al centrodestra. La prima obiezione arriva dal meloniano Andrea Del Mastro e riguarda il momento scelto da Letta per riproporre la minestrina riscaldata dello ius soli: «La sinistra – attacca – vive su Marte». «Una cosa è certa – incalza dalla Lega – Igor Iezzi: con noi al governo, lo ius soli non ci sarà mai». E Forza Italia? Secondo il Messaggero, qualche crepa tra i berlusconiani si potrebbe aprire. Un nome per tutti è quello di Renata Polverini, che già due anni fa presentò una proposta di legge sullo ius culturae. Arrivò addirittura ad autosospendersi dal partito dopo che i suoi colleghi di gruppo contribuirono ad impallinarne il testo. «Speriamo che ora le cose vadano meglio», è il suo auspicio. Staremo a vedere.