Occhi puntati anche su Taiwan, Taipei denuncia l’incursione di nove caccia militari cinesi
Dopo l’attacco di Putin in Ucraina occhi puntati anche su Taiwan. Taipei denuncia l’incursione di nove caccia militari cinesi nella sua zona di indentificazione aerea. Come si legge sul sito dell’Ansa.it il ministero della Difesa di Taipei ha segnalato un modello Y-8 Recce e otto jet da combattimento J-16 ai quali ha risposto facendo decollare i suoi aerei e lanciando avvisi di avvertimento. C’è allarme. «Grave denuncia da Taiwan. Un’incursione di nove caccia militari cinesi avrebbe violato il suo spazio aereo. Ciò che accade in Ucraina rischia di facilitare le mire espansionistiche di Pechino. Non dobbiamo permetterlo». Lo scrive su Twitter Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia.
Taiwan, rafforzare l’impegno per la pace
Dopo l’attacco russo all’Ucraina, la presidente dell’isola Tsai Ing-wen ha chiesto all’esercito di rafforzare l’impegno per la pace regionale dopo un briefing sulla sicurezza. Tanto che nei giorni scorsi la presidente dell’isola ha chiesto, come riportava, l’agenzia Dpa, maggiore attenzione rispetto a qualsiasi attività militare nello Stretto di Taiwan. Nel mezzo dell’escalation della crisi ucraina aveva sottolineato come la situazione dell’isola sia comunque ben diversa da quella dell’Ucraina, con una critica alla Russia per le ultime decisioni.
Pechino considera Taiwan una “provincia ribelle”
Taiwan, che Pechino considera una “provincia ribelle” da “riunificare”, teme che la Cina possa sfruttare le circostanze per aumentare ulteriormente le pressioni sull’isola. Dopo l’incontro di inizio mese a Pechino con Xi Jinping, il presidente russo Vladimir Putin ha fatto propria la visione del leader cinese su Taiwan. Il principio di “una sola Cina”, con Mosca che si oppone a «qualsiasi forma di indipendenza di Taiwan».
Su istruzioni di Tsai l’isola ha creato un gruppo di lavoro dedicato all’Ucraina sotto l’ombrello del Consiglio di sicurezza nazionale. E durante una riunione, riportava la Dpa, Tsai aveva messo in guardia sul fatto che “forze esterne” potrebbero sfruttare la crisi per influenzare il morale a Taiwan. Nessun riferimento esplicito alla Cina. L’isola, aveva detto, deve guardarsi dalla “guerra delle informazioni” e dalle “informazioni false” per mantenere la stabilità economica e sociale.
Condannata la violazione della Russia
Tsai – riportava la Cnn citando un portavoce della presidenza – ha condannato la violazione da parte della Russia della sovranità dell’Ucraina. «Taiwan e l’Ucraina – aveva comunque ribadito la presidente secondo il portavoce – sono radicalmente differenti a livello di geopolitica, geografia e importanza per le catene di approvvigionamento internazionali».
Le rivendicazioni della Cina
La Cina, come si legge su SkyTg24, respinge qualsiasi tentativo di paragone o accostamento tra la crisi in Ucraina e le tensioni con Taipei, affermando che l’isola è sempre stata di appartenenza cinese. «Taiwan non è l’Ucraina ed è sempre stata parte inalienabile del territorio cinese. Questo è un fatto storico e giuridico inconfutabile», ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, riaffermando la posizione di Pechino secondo cui il tentativo di indipendenza di Taipei dalla Cina è “un vicolo cieco” e non ci devono essere “malintesi” sul punto.