«Piccole, difettose e poche»: la denuncia della preside sulle mascherine inviate a scuola dal governo
Piccole, difettose e insufficienti a coprire il fabbisogno. L’allarme sulle mascherine inviate a scuola dalla struttura commissariale per l’emergenza Covid arriva dalla dirigente di un istituto comprensivo di Roma, che chiarisce come le scuole stiano cercando di organizzarsi per gli acquisti con le farmacie convenzionate, ma per questo canale «serve tempo», mentre il decreto che ha disposto le norme sull’auto-sorveglianza pone un’esigenza immediata.
L’allarme sulle mascherine inviate alla scuola
«Il commissario straordinario ne ha inviate circa 800 e noi tra primaria e secondaria su un totale di 120 docenti, abbiamo circa 22-23 insegnanti, lavoratori fragili e personale Ata che ogni giorno devono indossarle. A ciò si aggiunge che adesso dovremmo rifornire con ffp2 anche gli alunni delle classi in auto-sorveglianza. Ci occorrono in media circa 300-400 mascherine al giorno», ha spiegato all’Adnkronos Annalisa Laudando, dirigente dell’Istituto comprensivo Via Poseidone, a Roma nel quadrante sud est della città. «Abbiamo attivato gli acquisti con le farmacie convenzionate per le classi in auto-sorveglianza, ma per avere le mascherine serve tempo. Quindi – ha chiarito – stiamo attingendo alle scorte di ffp2 acquistate dalla scuola lo scorso dicembre. Cerchiamo di fare ciò che possiamo con ciò che abbiamo, ma abbiamo un’autonomia di due settimane».
La preside: «Sono piccole e lasciano segni sul viso»
Al problema quantitativo si aggiunge quello qualitativo. «Le mascherine inviate dal generale Figliuolo per il personale sono piccole. Gli elastici che vanno dietro l’orecchio sono molto stretti per il volto di un adulto», ha spiegato la presidente, riferendo di aver constato che sono più strette di circa un centimetro e mezzo rispetto a quelle precedentemente acquistate dalla scuola. «Sono scomodissime per un adulto», ha chiosato la dirigente, aggiungendo che gli elastici «sono fissati ai lati con delle graffette in metallo, che dopo sei ore di lavoro lasciano segni sul viso, dunque non sono confacenti». «Abbiamo scritto a Figliuolo chiedendo ffp2 più larghe e un quantitativo adeguato alle esigenze della scuola. Quanto inviato non copre neanche una settimana intera».
Un rientro a scuola caotico
Quanto al rientro in classe con le nuove norme la preside ha spiegato che «va compresa la difficoltà di gestione di 4 plessi con 1100 studenti e 53 classi, dal momento che le norme sono imposte nel weekend. Tra l’altro queste disposizioni in così breve lasso di tempo stanno mandando in confusione anche le famiglie. Noi presidi dobbiamo fare i conti con genitori in rivolta, che si rivolgono alla scuola in modo non cordiale come se questo schizofrenico cambio di regole fosse deciso dai dirigenti scolastici».
L’associazione presidi: «Serve una regia più attenta»
Un disagio rilevato anche dal presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma, Mario Rusconi, che ha spiegato come «nella giornata di domenica ci sono state comunicate tutta una serie di regole, ma in quella comunicazione c’erano tantissimi errori che hanno mandato nel panico dirigenti scolastici e insegnanti. Noi chiediamo, specialmente da parte delle istituzioni, che ci sia un’attenta regia di tutte le misure che devono essere messe in cantiere».