Prodi dà ragione alla Meloni: “L’Italia di Draghi si è consegnata a Macron anche sull’Ucraina”

23 Feb 2022 12:56 - di Lucio Meo
Romano Prodi, forse involontariamente, sposa la tesi della subalternità italiana alla Francia e di Draghi al presidente Macron

Romano Prodi, forse involontariamente, sposa la tesi della subalternità italiana alla Francia, e lo fa anche in relazione alle vicende della guerra in Ucraina, su cui – a detta dell’ex presidente della Commissione Ue – l’Italia risulterebbe assente e impalpabile. A beneficio della grande visibilità di Macron, che la utilizza per fini elettorali, con le Presidenziali alle porte. Solo qualche settimana fa la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni aveva definito Palazzo Chigi come “l’ufficio stampa dell’Eliseo” e Macron come il “regista” della scelta del capo dello Stato da parte del Parlamento in Italia, posizioni espresse anche alla festa di Atreju. Oggi Prodi parla di Draghi che delega tutto al presidente francese…

Prodi e l’Italia di Draghi che “delega tutto” a Macron

L’Italia non svolge alcun ruolo nella vicenda dell’Ucraina? “Credo sia oggettivo. Così come credo sia oggettivo che sia stata data una sorta di delega a Macron” dice Prodi intervistato dal Foglio, risponde così sul ruolo giocato dall’Italia in queste settimane, sul fatto che il nostro Paese non abbia avuto un ruolo forte e centrale per la gestione della crisi. “L’Europa – sottolinea l’ex premier – funziona se agisce in modo compatto, unito, non solo con i singoli. Per agire in modo compatto, l’Europa ha bisogno dell’Italia”.

“Ma il premier oggi è più forte in Italia”

Poi sul ruolo di Draghi in Italia dice: “Non concordo con l’idea che “Draghi oggi sia entrato nella stagione della sindacabilità delle sue azioni”. “Oggi credo che Draghi sia più forte che mai, perché ha in mano uno strumento vero reale: o si segue una strada precisa o il paese torna alle elezioni. I problemi sono molti, non ce li nascondiamo, e il Parlamento di oggi è difficile da governare, ma penso che la forza del presidente del Consiglio, se la vuole usare, è più forte rispetto a quella che aveva un anno fa”.

Vede normalità anche nella Lega? O le manca ancora qualcosa? “E’ vero che la Lega ha votato tante volte la fiducia al governo, ora le manca solo di votare la fiducia a Giorgetti”. Sul tema della maggioranze allargate dice: “Vedo solo una dinamica positiva, che è quella che riguarda il Pd. Enrico Letta fa bene a preparare il campo largo, ma fa bene anche a non occuparsi degli altri campi, per ora, e di preoccuparsi solo di arare il suo campo”.

“Negli altri campi vedo un divieto d’accesso grosso. Ognuno ha un veto. Ognuno ha un problema. Ognuno ha un guaio. Il Pd ha grandi opportunità per crescere e per fare bene”, assicura l’ex premier.

 

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