Quarta dose, è scontro di fuoco. Ricciardi insiste: a fine estate la faremo tutti. Gli esperti: impensabile
Dopo l’avvio, il primo marzo, della quarta dose di vaccino prevista per i fragili, si fa strada anche lo spettro di un nuovo booster esteso a tutta la popolazione. A estate conclusa, e con l’incubo di una possibile recrudescenza dei contagi tra l’autunno e l’inverno, Roberto Speranza potrebbe annunciare la somministrazione della quarta dose. E se il buongiorno si vede dal mattino, il dibattito che in questi giorni ha ripreso incredibilmente quota, potrebbe preludere all’eventualità di una quarta iniezione che la maggior parte degli addetti ai lavori boccia come «inutile», «prematura», «impensabile». È
Il rebus della quarta dose…
Il rebus della quarta dose di vaccino imperversa sui media e in rete, alimentando rumors, dubbi, incertezze e caos. E come il commissario straordinario per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, oggi da Firenze, al termine della visita all’Ospedale pediatrico Meyer, ha provato a fare un passo in avanti parlando di lavoro di individuazione delle platee da vaccinare, il consulente del ministro della Salute Speranza, Walter Ricciardi torna sempre una casella indietro. E parla di emergenza sanitaria che non può, come quella sancita da un punto di vista legislativo, considerarsi conclusa. Pertanto, sembra di dover ripartire dal via. Ancora una volta. Tutti…
Quarta dose, Figliuolo parla di «individuazione di una platea di “fragili”»
Ci risiamo: la comunicazione al vertice, anche sulla fatidica quarta dose al via, rischia di risultare confusa per chi, tra un annuncio e una smentita, deve provare a capirci qualcosa. Infatti, se per il generale Figliuolo, «per ciò che riguarda la quarta dose di vaccino anti Covid stiamo per dare le disposizioni attuative perché con il ministero della Salute e le Regioni stiamo ben individuando le platee. E ovviamente sarà abbastanza estensiva per le categorie di persone più fragili». E con tanto di indicazione per il cui il commissario straordinario segna la data del «primo marzo». Aggiungendo che «quindi, sicuramente, continueremo a tenere l’organizzazione che c’è ora in atto». Per Ricciardi il discorso si fa più involuto. Oltre che decisamente più esteso.
Ricciardi invece: «La struttura vaccinale resti. Faremo tutti la quarta dose»
Non a caso, parlando con La Stampa, il consulente del ministro della Salute Speranza, specifica prima: «Lo stato di emergenza può cessare, ma con l’accortezza di mantenere i pilastri che reggono la nostra libertà attuale». Ma subito dopo, pur aggiungendo che «ora è possibile un allentamento delle regole», esorta a «mantenere in piedi le strutture per la vaccinazione. La rivaccinazione. Il Green Pass. Le mascherine per i luoghi chiusi». E specificando che «bisogna distinguere tra l’emergenza dal punto di vista legislativo, che consente decisioni rapide. E quella sanitaria che continua non solo in Italia, ma nei Paesi dell’Est e a Hong Kong per esempio». Tanto che alla fine sentenzia: «Certe strutture e pratiche straordinarie possono finire, non l’organizzazione per la vaccinazione di massa».
Per il consulente di Speranza: «La pandemia finirà quando cesserà in tutto il mondo»
«La pandemia finirà quando cesserà in tutto il mondo – incalza l’ordinario di Igiene all’Università Cattolica di Roma –. Quanto all’Italia e alla necessità di una quarta dose, che intanto è somministrata ai fragili, «è un inizio alla luce dell’esperienza israeliana, ma è probabile che in autunno sarà utile a tutti. L’immunità anticorpale cala, ma quella cellulare potrebbe durare più a lungo. Si vedrà»… E già il fato di rilanciare un’opzione torna a scatenare il dibattito.
Quarta dose per tutti, si o no? Ferve il dibattito tra i virologi: il parere di Galli
Un confronto al quale non si sottraggono, more solito, i virologi. Divisi, ancora una volta, tra sostenitori e detrattore della necessità di un quarto richiamo per tutti. Ma in maggioranza propensi a limitare la quarta dose si fragili e agli anziani a rischio. Come il professor Galli, che a riguardo ribadisce che a sua detta «la quarta dose di vaccino anti-Covid, se fatta con i prodotti disponibili – vista anche la situazione epidemiologica, con numerosi vaccinati e una quantità importante di persone guarite da Omicron – non avrebbe senso. Se non in una chiava medica: in alcune categorie particolari di popolazione, ovvero negli immunodepressi e nei grandi anziani in cui può essere sospettata una insufficiente risposta alle precedenti dosi».
Cartabellotta (Gimbe): «Nessuna evidenza scientifica sulla necessità della quarta dose a tutti»
Ancora più netto il giudizio di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. Il quale, intervenendo a L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus, ha dichiarato: «Oggi sappiamo che la copertura vaccinale sul contagio declina rapidamente. Contro la malattia grave, il vaccino consente, dopo 3-4 mesi dal booster, una protezione del 90%. L’Ema ha chiesto, già il 18 gennaio, ai Paesi europei di prendere in considerazione una dose ulteriore per gli immunodepressi. Ad oggi per la popolazione generale non ci sono evidenze scientifiche che dicano che serve la quarta dose».
Andreoni, «prematura la quarta dose per tutti, ma è giusto farla ora a fragili»
Diverso, anche se non proprio distonico, il discorso di Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). Il quale, sulla quarta dose di vaccino anti-Covid ai fragili e immunodepressi ribadisce il suo ok, asserendo: «Va benissimo perché permetterà a queste persone di avere una risposta più efficace». Mentre su una sua estensione al resto della popolazione, iniziando magari dai più anziani, sostiene: «Mi pare prematuro stabilirlo oggi».
«Serve una nuova formulazione degli attuali vaccini in grado di agire contro virus differenti ma molto somiglianti»
Ribadendo ulteriormente il concetto poco dopo dicendo: «L’autunno sarà un periodo in cui potrà esserci una maggior circolazione del virus – ricorda Andreoni –. Ma programmare già un quarta dose è presto. E poi c’è la necessità di avere un vaccino aggiornato, o rispetto alle varianti oggi in circolazione, o uno a largo spettro. È chiaro che non possiamo escludere però che si dovrà fare una dose di richiamo. Dovremmo usare questi mesi che ci separano dall’autunno per arrivare ad una nuova formulazione degli attuali vaccini che possano avere una cross-reattività. Ovvero agire contro virus differenti ma molto somiglianti».
Pregliasco ne è convinto: «In autunno il richiamo si farà, con vaccino aggiornato o no»
Una eventualità che per il professore della Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco, diventa una certezza. «Che sia con un vaccino anti-Covid aggiornato o con lo stesso che abbiamo già fatto – sostiene l’esperto – comunque un richiamo in autunno si farà secondo il target e la strategia antinfluenzale». E ne è così convinto, che a stretto giro il virologo aggiunge anche: «Il vaccino aggiornato risulta già predisposto. Alcune aziende hanno detto che servono 100 giorni per averlo disponibile. I dati di efficacia – sottolinea però Pregliasco – evidenziano non grossissime differenze rispetto a quello attuale. Quindi bisognerà vedere».
Pregliasco, quarta dose per tutti? «È una questione di disponibilità di prodotto»
«È una questione io credo di disponibilità di prodotto. Di produzione e di validazione. Perché come per il vaccino antinfluenzale – spiega il medico – ogni anno si percorre una prassi semplificata, ma comunque necessaria di revisione e di registrazione dell’efficacia». Insomma dobbiamo capire «se e quando ci sarà la disponibilità di dosi del nuovo prodotto. O se comunque – conclude Pregliasco – in autunno si farà questo che abbiamo, con la stessa strategia e il target della vaccinazione antinfluenzale».
Gismondo: «Impensabile una quarta dose a tutti. Semmai serve un nuovo vaccino annuale»
Decisamente più tranchant, infine, la risposta di Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano. La quale, in merito a un quarto richiamo per tutti, asserisce nettamente: «La quarta dose dell’attuale vaccino anti-Covid potrebbe avere una logica per gli immunodepressi, ma bisogna valutare da individuo a individuo. Per quanto riguarda invece le altre persone, credo che una quarta dose sia impensabile alla luce delle ricerche scientifiche disponibili che dimostrano come, con dosi così ravvicinate di vaccinazione, in effetti non facciamo altro che immobilizzare il sistema immunitario. Dovremmo piuttosto pensare a un vaccino nuovo, che riconosca le varianti circolanti di Sars-CoV-2, e abbia durata un anno».