Report, bufera su Ranucci: dopo le accuse di dossieraggio e gli insulti, anche Minzolini lo querela

9 Feb 2022 11:54 - di Chiara Volpi
Report

La bufera sul conduttore di Report, Sigfrido Ranucci non accenna a stemperarsi. Anzi, se possibile aumenta la portata delle ricadute polemiche a ogni ora che passa. Oggi, per esempio, il direttore de Il Giornale, Augusto Minzolini, ha annunciato di aver presentato querele nell’ambito della vicenda dello scambio di messaggi tra il conduttore di Report e il parlamentare di Forza Italia, Andrea Ruggieri. «Visto che, secondo qualche organo di informazione, lo stesso Ranucci o qualche dossier, non so come, mi tirerebbero in ballo, informo che ho presentato querele. Come querelerò tutti quelli che, in un modo o nell’altro, citassero il mio nome in riferimento alla vicenda in questione», scrive Minzolini in un fondo pubblicato sulla testata che dirige.

Report, bufera su Ranucci: Minzolini presenta querela

Una vicenda sempre più inquietante e controversa, quella che vede al centro Sigfrido Ranucci: conduttore di Report, oltre che vicedirettore del Tg3, con delega al suo stesso programma. E quello che, giusto ieri, il commissario di Vigilanza Rai di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, commentandone i clamorosi sviluppi, ha definito il suo «metodo di giornalismo a tesi». Una metodologia divenuta una prassi, che l’esponente di Fdi sottolinea come sia arrivata al punto di «insultare e minacciare» un leader di partito. Una pratica giornalistica che, nell’alludere a fantomatici dossier, fa riferimento – come ha sostenuto il deputato di Forza Italia Ruggieri nel denunciare il contenuto dei messaggi che gli ha indirizzato il conduttore di Report a «insulti diffamanti verso parlamentari che esercitano le loro funzioni. Insulti diffamanti che grondano pregiudizio verso leader politici. E insulti diffamanti verso direttori di quotidiani. Minacce e allusioni al possesso, non si sa a che titolo, di molteplici dossier riguardanti diversi politici. Se non “tutti”, come Ranucci sottolinea»…

Report, Minzolini contro il dossieraggio stile Ranucci

Un caso che monta a ogni nuova acquisizione, su cui oggi è intervenuto Minzolini nel fondo in prima pagina. E in cui tra l’altro, il direttore – ampliando la riflessione sui rapporti tra giornalismo e politica – rileva: «In passato – durante i giorni infuocati della partita per il Quirinaleavevo paragonato un certo tipo di giornalismo ad OP, il settimanale di Mino Pecorelli che, negli anni ’70, metteva nel mirino leader della politica del calibro di Amintore Fanfani e Aldo Moro. Con dossier di dubbia provenienza, che qualcuno faceva risalire ai servizi segreti «deviati». Ci avevo visto giusto. Oggi scopro che Ranucci – protagonista di una feroce campagna contro chi se non il Cav – ha scritto a due parlamentari della Commissione di Vigilanza per minacciarli. Informandoli di aver ricevuto 78.000, dico 78.000, dossier. Gli strumenti più efficaci per inquinare la Storia di un Paese».

Minzolini: «Querelerò tutti quelli che in un modo o nell’altro citassero il mio nome in riferimento alla vicenda in questione»

«Solo che – prosegue Minzolini nel suo fondo in prima – Pecorelli non era un giornalista del servizio pubblico come Ranucci che è ancora lì. La decadenza dei tempi nell’Italia dei veleni. P.s. Visto che, secondo qualche organo di informazione, lo stesso Ranucci o qualche dossier, non so come, mi tirerebbero in ballo, informo che ho presentato querele. Come querelerò tutti quelli che in un modo o nell’altro citassero il mio nome in riferimento alla vicenda in questione». Una questione che, come anticipato in apertura, si fa sempre più infuocata. Alzando la temperatura dello scontro. E allargando la platea degli antagonisti in campo. Con Ranucci al centro della scena che nega e respinge le accuse mosse a suo carico.

 

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