Sanremo, è già guerra di religione. Il vescovo: no alle ideologie. Amadeus: gli artisti sono liberi
Guerra di religione a Sanremo. Il festival diventa pure emblema di laicismo e libertà di opinione con la contrapposizione tra il vescovo della città ligure e il conduttore Amadeus, spalleggiato dal direttore di Raiuno Coletta.
Sanremo, il vescovo: non si dimentichi che il festival è una vetrina
Il vescovo, che l’anno scorso aveva polemizzato per la corona di spine di Fiorello, richiama i responsabili della kermesse alla sobrietà, e soprattutto a non fare da cassa di risonanza a mode e ideologie peraltro minoritarie nel Paese. “Tutti coloro che concorrono alla riuscita dell’evento, a cominciare dal servizio pubblico che è la Rai fino ad arrivare al conduttore Amadeus e agli artisti, sentano la responsabilità del valore di questa vetrina”. Il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta, lo dice in una intervista al Sir, il servizio di informazione religiosa della Cei.
Il vescovo: ormai il festival è l’amplifciatore di determinate ideologie
Per il prelato, “si può proporre buona musica, si può esprimere arte e si può divertire rimanendo dentro dei limiti che devono comunque rispettare quella che è la fisionomia del nostro Paese, della nostra società e della nostra storia. Negli ultimi anni, purtroppo, questo non è accaduto – lamenta monsignor Suetta – perché da un certo punto di vista il Festival di Sanremo è naturalmente una cassa di risonanza per tendenze di costume e culturali, ma ultimamente è diventato anche amplificatore di determinate mode o ideologie che secondo me dovrebbero essere gestite e trattate in maniera diversa”.
Il vescovo: certi temi richiedono discussioni serie
In che modo? “Queste tematiche richiedono approfondimenti e discussioni tali che non possono essere affrontati in un contesto leggero come i Festival di Sanremo – spiega il vescovo – Quindi, o si intavola un dibattito e la cosa diventa seriosa, oppure alcuni argomenti vengono confinati in maniera riduttiva in un contesto al quale non appartengono. Questo oltre che non sufficiente può diventare pericoloso”, avverte monsignor Suetta.
Amadeus: gli artisti siano liberi di esprimersi
Amadeus, durante la conferenza stampa dal Casinò su Sanremo 2022, risponde così all’appello del vescovo: “Sono molto credente, ma dobbiamo essere consapevoli di lasciare la libertà alle persone, di lasciare agli artisti la libertà di esprimersi, sia in termini di canzoni, sia in termini di monologhi o altri interventi. Grande rispetto per tutti e anche grande rispetto per gli artisti che saliranno sul palco dell’Ariston, altrimenti si crea una serata che rischia di non essere al passo con i tempi: questo è importante”.
Coletta: il senso di responsabilità è altissimo
E Stefano Coletta, direttore di Rai1, replica a sua volta: “Il senso di responsabilità è sempre altissimo, perché a Sanremo ogni cosa è dilatata e può sempre esserci un’interpretazione, un racconto, un fatto, su cui si può accentrare l’attenzione: questo insegna la storia del ‘Festival’. Ma credo che ci sia la consapevolezza in chi fa questo mestiere che si va per ‘registri’, per ‘codici’. Sanremo ha anche tanti spazi di comicità ed è chiaro che il ‘codice’ della satira ammette anche un racconto se si vuole ‘politically scorrect’. Ma sono sempre molto rassicurato da quel ‘patto di acciaio’ che Amadeus da anni ha con la nave ammiraglia della Rai e saprà sempre prendere la misura di ciò che avverrà sul palco”.