Sanremo, il caso Ornella Muti arriva in Vigilanza. Mollicone: «Si preveda l’esame tossicologico»
Arriva in Vigilanza Rai il caso Ornella Muti, scatenato da un post su Instagram dell’attrice che, insieme alla figlia, indossa orecchini e collane con foglie di marijuana e tra link e hashtag richiama tanto Sanremo quanto una pagina per la legalizzazione della cannabis. Ad annunciare il «quesito» in Commissione è stato il deputato di FdI, Federico Mollicone, che già ieri, insieme alla collega Maria Teresa Bellucci aveva avvertito sul timore che «il Festival di Sanremo possa diventare il megafono delle posizioni del fronte della cannabis libera e del referendum».
Mollicone porta il “caso Ornella Muti” in vigilanza
«Depositerò oggi stesso un quesito in commissione di Vigilanza Rai per garantire che sul palco dell’Ariston vengano evitate forme di product placement da parte di Ornella Muti durante la co-conduzione del Festival di Sanremo, contrario al regolamento, e il lancio di messaggi impropri che possano riguardare la cannabis e l’uso di sostanze stupefacenti che possano fuorviare il pubblico e per chiedere alla Rai se, a tal fine, non ritengano necessario sottoporre all’esame tossicologico i conduttori e gli artisti che si esibiranno», ha spiegato Mollicone.
L’esame tossicologico ad artisti e conduttori
«Se viene imposto il Green pass, non capiamo perché – ha proseguito Mollicone – non debba essere fatto allo stesso modo l’esame tossicologico, per evitare che arrivino a milioni di telespettatori, anche bambini, messaggi devianti derivati da stati di esaltazione o alterazione. Siamo certamente contro il Green pass, che discrimina fra vaccinati e non vaccinati, ma da Sanremo deve partire un messaggio chiaro contro ogni dipendenza». «Ornella Muti, inoltre – ha detto ancora il deputato – è proprietaria di quella linea di merchandising che indossa nel post, un brand proprio legato alla cannabis: non vorremo che si possano lanciare messaggi impropri dal palco dall’Ariston, per questo ricordiamo che la cannabis in Italia è legale solo ad uso terapeutico».
Muti: «Legalizzare la cannabis sarebbe la scelta migliore»
La Muti si è giustificata dicendo che «non giro certo per i Festival fumando canne…» e sostenendo che «io sono per la cannabis terapeutica, non per la canna ludica». «La cannabis per scopo terapeutico è già legale, non è tema di alcun referendum. Si associa la cannabis alla canna e mi dispiace per questa polemica», ha proseguito. Fra le pagine linkate al post “incriminato”, però, accanto all’hashtag #sanremo e al link @sanremorai figura anche una pagina chiamata “megliolegale”, proprio a sostegno del referendum. E, del resto, la stessa attrice, rispondendo alle critiche, ha anche detto che «forse legalizzare la cannabis sarebbe la scelta migliore, visto che oggi si ha un giro di spacciatori che vendono droghe molto più pericolose della cannabis».
Dj Aniceto: «Foto di Ornella Muti deprecabile, si scusi»
A stigmatizzare il post, però, non è stato solo FdI. Anche secondo dj Aniceto la foto con il ciondolo di cannabis è «veramente deprecabile». «Quando una persona famosa si espone così manda al macero anni di lotta alla droga e fa malissimo alle nuove generazioni», ha aggiunto il dj in prima linea contro la diffusione delle droghe, secondo il quale «dopo un messaggio così deleterio e superficiale la Rai, visto che la paghiamo tutti noi, dovrebbe vietare alla Muti l’ingresso a Sanremo». Per dj Aniceto, quindi, l’attrice «si dovrebbe scusare e finora non l’ha fatto». «Ricordiamo sempre – ha concluso – che la vendita della marijuana è vietata in Italia e che la droga, qualunque essa sia, ha due figlie: la sofferenza e la morte».
Mollicone su Saviano: «Cosa c’entra con Falcone?»
Mollicone, inoltre, ha annunciato un quesito in Vigilanza anche sulla scelta di Roberto Saviano per parlare dei 30 anni dalla strage di Capaci. «Cosa c’entra con il ricordo di Falcone la presenza di un autore che ha creato una vera e propria mitopoiesi in prodotti seriali e letterari della criminalità organizzata producendo sfilze di antieroi come in Gomorra e Zero», ha chiesto il deputato di FdI, aggiungendo che Saviano «ha lucrato sulla mitopoiesi della mafia».