Sondaggio “Corsera”: nel centrodestra cresce solo FdI. Il partito di Renzi a rischio estinzione
È ancora il segno”più” ad accompagnare Fratelli d’Italia nei sondaggi. L’ultima rilevazione è quella dell’Ipso di Nando Pagnoncelli, pubblicata oggi dal Corriere della Sera. Il partito di Giorgia Meloni incrementa dello 0,4 portandosi al 19,7 per cento. Meglio di FdI, solo il Pd (+0,2) al 21 per cento, mentre la Lega è stabile al 18 per cento e il M5S arretra di un decimale scendendo al 15,4. A rimetterci più di tutti, secondo il sondaggio, è Forza Italia, che registra un calo di poco meno di un punto (0,9), segno inconfondibile del ritorno nell’ombra di Silvio Berlusconi dopo la sovraesposizione delle settimane politicamente occupate dall’elezione per il Quirinale.
Per il sondaggio la coalizione è al 46,6%
Ciò nonostante, compre se altre forze più piccole, il centrodestra totalizza il 46,6 per cento. Per batterlo, più che il “campo largo” vaticinato da Enrico Letta occorrerebbe un latifondo: da Leu a Renzi passando per Calenda e Bonino. Ma un’ammucchiata così è ipotesi esclusa dagli stessi protagonisti. Altri dato rilevante del sondaggio riguarda Italia Viva, attualmente ben al di sotto (2,1 dal 2,2) della soglia minima del 3 per cento prevista dall’attuale legge elettorale. Non così per l’alleanza tra Azione e +Europa, data al 3,3 per cento. A sinistra è invece guerra tra poveri tra gli eredi della vecchia Leu: Sinistra Italiana all’1,8 per cento mentre Articolo 1 della coppia Speranza-Bersani è all’1,2.
Solo un’ammucchiata può salvare la sinistra
Appena un po’ meglio va ad Europa Verde, che racimola un 2,1 rimettendoci un solo decimale rispetto alla precedente rilevazione. La stessa percentuale raccolta fuori dai poli da Italexit di Gianluca Paragone. Il sondaggio di Pagnoncelli registra anche il calo degli indecisi, scesi dal 41,5 di inizio febbraio al 40,8 di oggi. Si tratta di una percentuale ancora molto rilevante, ma i numeri odierni lasciano pensare che la fetta dei dubbiosi e/o dei riluttanti sia destinata a rimpicciolirsi con l’avvicinarsi delle urne. Infine, il gradimento su governo e Draghi. Su entrambi i fronti, il sondaggio non registra scosse: tutto uguale a tre settimane fa, rispettivamente al 56 e al 59 per cento.