Ucraina, bambini aiutano i genitori a fabbricare molotov: “Save the Children” racconta l’orrore
La guerra non risparmia i bambini, da Dnipro giungono le immagini di bambini che danno una mano ai genitori a fabbricare bottiglie incendiarie molotov per la resistenza ucraina conntro i russi che avanzano. “Dal campo non ci sono giunte direttamente informazioni di questo tipo. Abbiamo però visto quelle immagini a distanza. Sono una conferma di come la guerra sia sempre sbagliata. Una fortissima, sconvolgente testimonianza di come i bambini non dovrebbero mai vivere una guerra. Loro, vittime innocenti, pagano solo a caro prezzo le colpe degli adulti”, commenta all’Adnkronos Filippo Ungaro, portavoce di Save the Children Italia.
Ucraina, immagini disperate: bambini e genitori fabbricano bombe per resistere
“Sono immagini che non vorremo mai vedere – prosegue Ungaro -, perché la pace è la premessa per l’affermazione dei diritti dei minori. I bambini non dovrebbero mai essere coinvolti nei conflitti”. E invece “i minori che vivono in aree di conflitto nel mondo sono 352 milioni”, ricorda Ungaro. “Smettiamo di far parlare le armi – è l’appello riguardo alla “preoccupante” situazione in Ucraina -, si faccia ogni sforzo possibile in direzione della diplomazia. Si fermi la guerra!”.
Save the children:”Immagini che non vorremmo mai vedere”
In Ucraina “ci sono 7,5 milioni di bambini che stanno vivendo una condizione terribile, costretti ad abbandonare le proprie case. In alcune città – sottolinea Ungaro – i civili sono in trappola e non si può più uscire; ma chi ha potuto abbandonare le proprie case, si è mosso sia all’interno del territorio (riparando in strutture di fortuna e al freddo); sia oltre confine. Ma questo conflitto non è nuovo, lo è l’escalation. Nel Donbass si combatte dal 2014 e ci sono bambini che non hanno conosciuto altro che la guerra con il terrore delle sirene: di finire sotto le bombe, di essere uccisi o di non vedere tornare a casa un genitore o un amico. Per non parlare dei fortissimi danni psicologici, dei traumi che si porteranno dietro negli anni a venire”.
A questo si aggiunge “che le scuole, che possono dare un senso di normalità rispetto allo stare in uno scantinato o sotto la metro: sono state chiuse in quasi tutto il Paese aggravando la situazione”. Quanto alle vittime del conflitto, dice infine Ungaro, “sappiamo direttamente di 4 bambini morti ma oggi le autorità di Kiev parlavano di 14 vittime tra i minori”.