Ucraina, il governo delibera lo stato d’emergenza: aiuti a Kiev e 2mila uomini in più alla Nato
Il Consiglio dei ministri ha approvato, all’unanimità, il decreto con le misure da adottare dopo l’attacco sferrato dalla Russia all’Ucraina. Il decreto, con cui il governo ha deliberato «lo stato d’emergenza per intervento all’estero in conseguenza degli accadimenti in atto nel territorio dell’Ucraina», tra le altre cose, potenzia la presenza del personale militare nella Nato.
Lo stato d’emergenza per poter intervenire all’estero
«L’adozione del provvedimento – spiega una nota diffusa dopo il Cdm – è necessaria al fine di assicurare il concorso dello Stato italiano nell’adozione di tutte le iniziative di protezione civile anche attraverso la realizzazione di interventi straordinari e urgenti a supporto delle operazioni di soccorso e assistenza alla popolazione interessata, interventi da svolgersi durante lo stato di emergenza». Per questo intervento il governo ha stanziato 3 milioni di euro, che sono a carico del Fondo per le emergenze nazionali e comprendono, «al netto di quanto rimborserà l’Ue, gli oneri per il trasporto, il dispiegamento e il reintegro dei materiali».
La proroga degli impegni con la Nato
Il governo, inoltre, ha deliberato «la proroga per l’anno 2022 dei dispositivi Nato già in corso, ovvero la prosecuzione della partecipazione di personale militare al potenziamento dei seguenti dispositivi della Nato, già autorizzati dal Parlamento per l’anno 2021» e ha innalzato «la prontezza delle unità di rinforzo (Immediate Follow-on Forces Group-Iffg), nella misura di 2mila unità, nel caso si debba ulteriormente rafforzare il dispositivo su richiesta della Nato, o assicurare la rotazione delle forze ad alta prontezza».
Il dispiegamento di 2mila uomini in più
Nello specifico, la proroga riguarda la «presenza avanzata e rafforzata in Lettonia (enhanced Forward Presence), attraverso l’impiego del numero massimo di 250 unità di personale e 139 mezzi terrestri; dispositivo per la sorveglianza aerea attraverso attività di Air Policing, che prevede l’impiego del numero massimo di 130 unità di personale e di 12 mezzi aerei, attualmente dislocati in Romania, e attività di pattugliamento aereo nell’ambito delle misure di rassicurazione degli alleati nel fianco est, attraverso 2 mezzi aerei (un rifornitore e un mezzo per raccolta dati)».
E, ancora, «dispositivo per la sorveglianza navale e attività di raccolta dati nell’area sud dell’Alleanza (Mediterraneo orientale e Mar Nero), attraverso l’impiego del numero massimo di 235 unità di personale, due mezzi navali e di uno ulteriore, secondo necessità, e di un mezzo aereo; la mobilitazione di ulteriori forze ad alta prontezza, denominate “Very High Readiness Joint Task Force-VJTF”, fino al 30 settembre 2022, attraverso l’impiego di 1350 unità, 77 mezzi terrestri, 2 mezzi navali (a partire dal secondo semestre 2022) e 5 mezzi aerei. La consistenza massima per lo svolgimento di tali missioni è pari a 1.970 unità».
Il governo: «Una risposta concreta all’Ucraina»
«Il decreto – si legge ancora nella nota del governo – prevede anche la cessione alle autorità governative dell’Ucraina, a titolo gratuito, di mezzi e materiali di equipaggiamento militari non letali, rendendo disponibili equipaggiamenti per la protezione individuale per i militari ucraini e materiali per lo sminamento umanitario a favore della popolazione civile. La disposizione intende fornire risposta concreta alle richieste di supporto indirizzate alla Comunità internazionale, a cui l’Italia – conclude il comunicato del Cdm – ha voluto contribuire». Lo stanziamento per questa voce ammonta a 12 milioni di euro. Il governo ha poi stabilito il potenziamento, con un milione di euro per il 2022, dell’Unità di crisi della Farnesina e ha previsto un incremento di 10 milioni per rafforzare la «protezione degli uffici all’estero e del relativo personale». Complessivamente si parla di un impegno per oltre 170 milioni i due anni.