Ucraina, l’ambasciatrice Usa: «Abbiamo le prove, l’invasione è imminente». Draghi vedrà Putin
Ucraina, «il momento è cruciale». E ad asserirlo con fermezza è l’ambasciatrice Usa all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, spiegando perché si è deciso, all’ultimo minuto, che oggi fosse il segretario di Stato, Antony Blinken, ad intervenire al Consiglio di Sicurezza. Poi, la conferma di quanto appena dichiarato nei fatti: «Il nostro obiettivo è trasmettere la gravità della situazione. Le prove sul terreno sono che la Russia si muove verso un’imminente invasione».
Ucraina, ambasciatrice Usa all’Onu: «Abbiamo le prove, l’invasione della Russia è imminente»
E mentre la diplomatica statunitense ribadisce che gli Stati Uniti stanno facendo «tutto il possibile per impedire la guerra». Nelle stesse ore in cui il segretario di Stato parla dell’impegno Usa per la diplomazia e la de-escalation – la riunione di oggi del Consiglio l’ha voluta l’Ucraina a seguito della richiesta della Duma al presidente Vladimir Putin di riconoscere le repubbliche di Donetsk e Luhansk come indipendenti – la Russia anticipa una mossa «tecnico militare» in conseguenza della mancanza di risposte degli Stati Uniti alle richieste di garanzie sulla sicurezza in Europa.
Mosca: «Usa hanno ignorato le nostre richieste. La nostra risposta sarà tecnico-militare»
Nel messaggio di dieci pagine inoltrato agli Stati Uniti nel quadro di questo negoziato, il documento sottolinea che non è stata pianificata una invasione dell’Ucraina. Ma che «in assenza di disponibilità da parte degli Stati Uniti a concordare garanzie solide e giuridicamente vincolanti per la nostra sicurezza da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati, la Russia sarà costretta a rispondere, anche attuando misure tecnico militari». Peraltro, nel frattempo – secondo quanto ha riferito l’agenzia Sputnik – la Russia ha anche espulso il numero due dell’ambasciata americana a Mosca, Bart Gorman…
Ucraina, Draghi incontrerà Putin nei prossimi giorni
Intanto il premier Draghi sta organizzando un incontro con Putin già in agenda. Che, secondo quanto anticipato dal presidente del Consiglio a margine del Consiglio Europeo informale sulla crisi ucraina a Bruxelles, dovrebbe avvenire «nei prossimi giorni». Con la Russia, ha ribadito a riguardo Draghi, «occorre mantenere il dialogo il più possibile aperto. Volodymyr Zelensky in una telefonata che abbiamo avuto ieri, ha chiesto la possibilità di riuscire a parlare con il presidente Vladimir Putin. Un intervento dell’Italia su questo fronte». «La stessa richiesta – ha proseguito il premier – che ha rivolto ad altri attorno al tavolo di oggi. Non sarà facile, ma l’obiettivo è quello: far sì che il presidente Putin e il presidente Zelensky si siedano attorno allo stesso tavolo. Tutti i canali bilaterali, la Nato, l’Osce, il formato Normandia, sono canali di dialogo da utilizzare con la massima determinazione», ha quindi aggiunto Draghi.
Ucraina, Draghi: «La de-escalation non si vede. Dobbiamo essere pronti a ogni eventualità»
D’altro canto, ha continuato il premier, «ai confini tra Russia e Ucraina «sostanzialmente la situazione è quella di qualche giorno fa. Questi episodi che sembravano annunciare una de-escalation non sembrano essere presi seriamente. Dobbiamo rimanere pronti ad ogni eventualità». Non solo. Oltre a rimanere uniti, sia in Europa che nell’Alleanza atlantica, nei confronti della Russia – ha poi concluso Draghi – «occorre mantenere la nostra strategia di deterrenza ferma, in questo momento. Essere fermi, non mostrare debolezze». «Infine – ha chiosato quindi il premier – occorre dire chiaramente, fin dall’inizio, che non possiamo rinunciare a quelli che sono i principi fondanti dell’Alleanza atlantica. Per tutto questo, è necessario mantenere il dialogo il più possibile aperto».