Ucraina, l’ex ministro Martino: «Biden è perfino peggio di Obama: questo è l’ultimo capolavoro»
Criticare Putin «è giusto e doveroso, ma la storia è molto più complessa». Ministro degli Esteri e della Difesa durante i governi Berlusconi, Antonio Martino analizza la crisi ucraina chiamando in causa tutti gli attori, non solo il presidente russo, le cui azioni di forza vanno lette anche alla luce della debolezza e degli errori delle sue controparti. Joe Biden in testa, per il quale quanto avvenuto in Ucraina è solo «l’ultimo capolavoro». «Lo considero peggiore del suo maestro Barack Obama. Costui era stato sinora il peggiore presidente nella storia degli Stati Uniti, Biden è riuscito a superarlo», ha affermato Martino.
L’Ucraina è «l’ultimo capolavoro di Biden»
In una lunga intervista con Libero, l’ex ministro ha ripercorso gli errori della presidenza Biden, soffermandosi poi anche sul ruolo della Nato e dell’Ue. Di Biden ha ricordato che «ha ritirato gli ultimi soldati americani dall’Afghanistan, regalandolo ai talebani e aprendo così alla Cina la strada che porta al Mediterraneo. Ha stravolto le disposizioni per il controllo del confine meridionale degli Stati Uniti, col risultato che i crimini e l’afflusso degli immigrati illegali sono esplosi. Quindi Biden ha tolto le truppe americane dalle vicinanze del confine tra Russia e Ucraina, praticamente invitando Putin a invadere l’Ucraina. L’ultimo dei suoi capolavori».
L’incapacità della Nato di rinnovarsi
Martino quindi si è soffermato sulla Nato che dopo la caduta del Muro ha perso la sua funzione di «alleanza difensiva, ossia di tipo esclusivo» e non è stata capace di rimodularsi nell’ottica di strumento per la sicurezza mondiale. Avrebbe dovuto diventare «inclusiva», perché «quanti più Paesi aderiscono all’organizzazione, tanto più essa è efficiente». Puntavano in questa direzione, per esempio, gli accordi di Pratica di Mare, promossi da Berlusconi, che più volte sono stati richiamati in questi giorni. «Erano una cosa saggia», ha commentato Martino, sottolineando che invece poi «la Nato non è riuscita a trasformarsi e Mosca ha continuato a percepirla come la vecchia alleanza difensiva». «Poi, purtroppo – ha proseguito – i rapporti tra la Russia e la Cina sono migliorati. L’importanza delle divisioni tra i due giganti dell’ex comunismo si è attenuata, mentre sono sorte tensioni nuove tra la Russia e l’Occidente».
«Ursula von der Leyen è incapace e inadeguata»
«Occidente», dunque non solo gli Usa, ma anche l’Ue, che per Martino «è un’insensata organizzazione di Paesi che si comportano in modo demenziale. Malgrado tutte le sue arie di superiorità, Ursula von der Leyen è incapace e inadeguata. Non rappresenta nulla: l’Unione europea non ha una politica estera né può averla, perché non dispone di un proprio esercito e non è un’entità statale». È in questo contesto, dunque, che per Martino ci troviamo «con le mani legate», noi italiani per primi, che più di altri viviamo il problema enorme della crisi energetica. «Abbiamo bisogno del metano russo, è essenziale per l’Italia, come lo sono le importazioni di petrolio. La nostra economia vive grazie a quel gas». «Come possiamo mettere sanzioni su ciò che ci serve per vivere?», ha chiesto l’ex ministro.
Martino: «Abbiamo le mani legate, e la colpa è nostra»
Dopo aver ricordato «la grande saggezza dei padri fondatori dell’Europa», che si posero il problema dell’indipendenza energetica come prerequisito fondamentale per una politica estera indipendente e dopo aver additato gli anti-nuclearisti come «degli imbecilli», Martino ha quindi chiarito che «il comportamento di Putin è deplorevole e va condannato, ma non siamo in grado nemmeno di esprimere una condanna credibile, perché ci siamo messi nella impossibilità di farlo. Non possiamo fare quello che vorremmo e dovremmo fare, e la colpa è nostra. Che senso ha esprimere condanne e minacciare sanzioni, se non si può fare nulla di concreto per cambiare il corso degli eventi? Abbiamo le mani legate».