Ucraina, Putin alza la posta e riconosce l’indipendenza del Donbass: gli scenari possibili
Sulla scacchiera della crisi Ucraina-Russia, l’ultima mossa di Vladimir Putin scompagina le carte sul tavolo della trattativa: il presidente russo riconosce le repubbliche filo russe del Donbass, Lugansk e Donetsk. E in un discorso alla Nazione dichiara: «La situazione in Donbass è diventata estremamente critica. Mi rivolgo a voi per informarvi su quali saranno le prossime azioni in questa situazione. L’Ucraina è parte integrante della nostra storia, della nostra cultura. Ci sono legami molto forti dal punto di vista familiare e storico. Gli ucraini stessi si considerano parte della Russia, siamo uniti da sempre», rilancia con enfasi il presidente russo, aprendo il discorso alla nazione dopo il riconoscimento.
Putin riconosce l’indipendenza del Donbass
Poi aggiunge anche: «È importante capire cosa sta succedendo oggi. E quali sono gli obiettivi che ci siamo posti», dice Putin, nella giornata cruciale della crisi tra Russia e Ucraina. Ripercorrendo tappe e momenti chiave nella storia, a partire dalla Rivoluzione del 1917. Passando per la Seconda Guerra Mondiale. Fino alle decisioni di Lenin prima, e Stalin poi, per accennare ai nodi della storia sovietica (nodi irrisolti compresi). E apre all’interrogativo più insistente di queste ore: e adesso, cosa succederà? E come valuteranno e agiranno Olaf Scholz e Josep Borrell che, insieme con il presidente francese Emmanuel Macron, hanno già espresso la loro «delusione» dopo aver appreso la notizia? In altre parole: a cosa serve il riconoscimento annunciato da Putin e, soprattutto, cosa verrà dopo?
Cala il sipario sul processo di Minsk
Dal punto di vista pratico probabilmente poco o nulla: l’indipendenza che Putin ha riconosciuto ufficialmente alle due repubbliche filo-russe di Donetsk e Lugansk assevera una realtà di fatto, che esiste già da otto anni. Ma dal punto di vista strettamente politico (e logistico-militare) la mossa dell’ufficializzazione dell’indipendenza delle repubbliche del Donbass, potrebbe far calare il sipario sul processo di Minsk: la mediazione internazionale portata avanti da Francia e Germania con Russia e Ucraina, mirata proprio a definire lo status dei due territori dentro il sistema politico dell’Ucraina.
Cosa potrebbe succedere ora…
Pertanto, come ricostruisce il Corriere della sera sul punto, ora «Mosca può almeno pubblicamente descrivere quella in corso in Ucraina come una guerra civile. E considerare i separatisti russofoni come attori interni». Per cui, una possibile conseguenza potrebbe essere quella di un via libero alle presenza di truppe russe nei territori appena riconosciuti come indipendenti. I quali, spiega sempre il Corriere della sera, basterebbe che avanzassero «una richiesta formale di aiuto a Mosca, perché questa intervenga a proteggere la popolazione russofona e in molti casi russa. Visto che tanti abitanti della regione hanno già un passaporto russo»…