Ucraina, Rampelli: «Ci vorrebbe il Berlusconi di Pratica di Mare, ma mancano statisti» (video)

21 Feb 2022 14:53 - di Natalia Delfino
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C’è «una carenza di leader veri» e che sappiano ragionare in chiave geopolitica dietro la crisi ucraina e le difficoltà nel portare avanti le soluzioni diplomatiche. A sottolinearlo è stato Fabio Rampelli, nell’ambito di un articolato ragionamento nel quale ha ricordato il risultato che fu conseguito nel 2002 dal governo di centrodestra, quando Silvio Berlusconi a Pratica di Mare fu artefice di uno storico accordo di collaborazione tra Nato e Russia.

Quando Berlusconi mise d’accordo Bush e Putin

«L’obiettivo strategico doveva essere quello che perseguì il governo di centrodestra, che fece una grandissima ed efficace azione diplomatica per consentire la pacificazione con la parte asiatica dell’Europa, favorendone l’inclusione non in maniera ostile agli Usa. Quella che realizzò Berlusconi a Pratica di Mare nel corso di un vertice che andrà sui libri di storia e che sta tutto in quella foto che ritrae Bush e Putin da una parte con al centro il Capo del governo italiano. Quello spirito nessuno si è peritato di proseguirlo», ha spiegato il vicepresidente della Camera a Rainews24.

Alle radici della crisi ucraina

«Non possiamo far finta di niente – ha aggiunto Rampelli – rispetto a una domanda di indipendenza e autonomia dell’Ucraina scritta nella sua Costituzione sin dal 1991, da quando cioè implode l’Unione Sovietica. Putin non ha seguito le orme di Eltsin e dopo qualche anno ha interrotto il processo di democratizzazione e occidentalizzazione della Russia post comunista con atteggiamenti sbagliati e non rispettosi della libertà e dell’autonomia delle persone, all’interno dei propri confini, e degli Stati, nel rapporto con gli ex Paesi satellite di Mosca. Quasi uno spirito nostalgico della vecchia Urss…».

Il prezzo che si paga «per l’assenza di statisti»

«L’integrazione con l’Ue e con l’area Euro-atlantica ha registrato passi indietro. Né – ha precisato l’esponente di FdI – ci sono leader europei in grado di guidare questo processo e da questo vuoto nasce la crisi attuale. La Merkel non c’è più, Macron ha forti problemi interni e non ha quel peso specifico che sarebbe necessario nel dialogo con Putin, Draghi è un tecnocrate, Biden è in posizione molto diversa rispetto al tanto vituperato Trump che non si è mai permesso di aprire un conflitto diplomatico e tantomeno militare con la Russia. L’occidentalizzazione della Russia – ha concluso Rampelli – è una grande prospettiva geopolitica, che si è interrotta per assenza di statisti, lasciando il passo a litigi di confine regionali».

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