Ucraina, Scholz parla di “sicurezza comune”, Putin frena: “Non vogliamo la guerra” (video)
Se a rappresentare l’Italia nella crisi tra Russia e Ucraina sarà Luigi Di Maio e non il premier Mario Draghi, la Germania ha fatto al scelta opposta. È infatti il cancelliere Olaf Scholz in persona a tenere i colloqui sperando riescano ad aprire uno spiraglio di intesa: ieri a Kiev, oggi a Mosca. Al Cremlino, il successore di Angela Merkel si è intrattenuto per oltre tre ore con Vladimir Putin. Come sempre in questi caso, le parole chiave vanno ricercate più nel non-detto che in quelle pronunciate. È il caso di Putin: «Non accetteremo mai l’allargamento della Nato fino ai nostri confini, è una minaccia che noi percepiamo chiaramente». Per poi aggiungere: «Le risposte dell’Alleanza sulla sicurezza finora non soddisfano le nostre richieste, ma ci sono dei ragionamenti che possono essere portati avanti».
Tre ore di colloquio al Cremlino
È chiaro che la parola chiave è, appunto “ragionamenti”. Quali siano quelli emersi nel confronto con Scholtz non è facile dirlo con certezza. Il cancelliere ha in mano buone carte per tentare la mediazione vincente. A patto che le giochi con avvedutezza, cioè senza insospettire gli Usa, sempre guardinghi e diffidenti quando di mezzo c’è la Germania. È il motivo per cui Scholz non ha usato toni particolarmente felpati nei confronti di Mosca. Per esempio quando ha bollato come «catastrofe politica» il riconoscimento dell’indipendenza delle repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk, nel Donbass. La Duma (il parlamento russo) ha già approvato mozioni in tal senso. Scholz ha esortato Putin a non darvi seguito: «Significherebbe – ha spiegato – mettere fine al processo di Minsk».
Scholz: «Gravi conseguenze da un’aggressione a Kiev»
Per la Germania, invece, le vie diplomatiche «certamente non sono concluse». Una prima traccia dei “ragionamenti” evocati da Putin la evidenziano le seguenti parole: «Siamo pronti insieme ai nostri partner e alleati nella Ue e nella Nato e con la Russia per discutere ogni passo concreto per migliorare la sicurezza per entrambe le parti o anche meglio, per la nostra sicurezza comune». Concetto ribadito successivamente quando Scholz ha annunciato l’obiettivo di «migliorare reciprocamente la sicurezza comune di Nato e Russia». Per poi aggiungere, subito dopo, che «un’aggressione militare dell’Ucraina avrebbe conseguenze strategiche e politiche. La mia impressione – ha concluso – è che tutti lo sappiano». L’altalena dei “non detto” continua.
Putin: “Non vogliamo la guerra…”