Usa e Nato non “vedono” il ritiro di truppe al confine. Mosca risponde con i video dei tank che rientrano
La tensione resta alta, la diplomazia internazionale al lavoro, ma l’Occidente non crede alla de-escalation di Mosca nella crisi ucraina. Usa e Nato smentiscono la progressiva ritirata dei militari russi dal confine, annunciato dal Cremlino. “Gli Stati Uniti non rilevano alcun ritiro di truppe dal confine ucraino da parte della Russia”. Così il segretario di Stato americano Antony Blinken, in un’intervista all’emittente ucraina Ictv. “Non abbiamo ancora visto una rimozione delle forze che circondano l’Ucraina. Alcun ritiro. Alcun termine delle cosiddette esercitazioni nelle quali la Russia sostiene di essere impegnata”.
Ucraina e Usa non credono al ritiro dei russi
Washington e i suoi alleati, ha aggiunto, il segretario di Stato Usa, sono preparati a tutti gli scenari. “Se la Russia sceglie la strada della diplomazia, siamo pienamente disposti a confrontarci. Se scelgono la strada dell’aggressione, siamo pronti a rispondere”. Ma la guerra della comunicazione non si ferma. Il ministero della Difesa russo ha diffuso immagini di tank che vengono caricati sui treni. A testimonianza dell’annuncio del ritiro dal confine con l’Ucraina. Dal ministero confermano che i carri armati stanno tornando alle loro basi. Dopo aver terminato le esercitazioni.
Stoltenberg: la Russia deve fare quello che dice
Al momento Ucraina, Nato gli Stati Uniti dicono di non vedere un significativo ritiro russo. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha detto di essere pronto a sedersi per trovare una soluzione politica. Ma vuole vedere i fatti. Un vero ritiro – aveva sottolineato ieri – non comprende solo i soldati ma anche i loro armamenti ed equipaggiamenti. “La Russia – ha detto Stoltenberg – dovrebbe fare quello che dice. Procedere alla de-escalation e ritirare le forze dai confini con l’Ucraina”. La Nato invece, continua il segretario generale, osserva ai confini tra Russia e Ucraina un “costante aumento” delle forze militari. E continua “a monitorare attentamente” quello che fa Mosca. “Continueremo a dare alla Russia il messaggio che siamo pronti a sederci. E a discutere con loro. Ma nello stesso tempo ci prepariamo al peggio. Se invadono l’Ucraina, pagheranno un prezzo elevato”.
Kiev a Mosca: le dichiarazioni non sono sufficienti
“Le dichiarazioni di un ritiro non sono sufficienti”. L’Ucraina chiede alla Russia anche “trasparenza e fatti”. In un tweet, il ministro degli Esteri, Dmitro Kuleba, cita il documento di Vienna dell’Osce, e sollecita Mosca a “rispondere alle preoccupazioni legittime dei Paesi”. E a “usare gli strumenti dell’Osce per sciogliere le tensioni provocate dalle sue attività militari a ridosso dei confini ucraini”. Il ministro fa sapere che Mosca ieri ha rifiutato di partecipare alla riunione dell’Osce. Richiesta dalla capitale ucraina su questo tema. Kiev chiede una riunione congiunta, entro 48 ore, del Consiglio permanente dell’Osce e del Forum per la cooperazione per la sicurezza “per elaborare passi ulteriori“.
Colloquio telefonico Biden-Scholz
Nonostante le affermazioni di Mosca, la Russia “rimane in grado di invadere in qualsiasi momento”. Parola di Derek Chollet, consigliere politico di Blinken, nel corso di una videoconferenza con i media internazionali. In serata (20,30 ora italiana) il presidente americano Joe Biden parlerà al telefono con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Che ieri ha incontrato a Mosca il presidente russo Vladimir Putin e recentemente ha visto Biden. Lo ha reso noto un funzionario della Casa Bianca, citato dalla Cnn. Domani a Bruxelles, invece, è previsto un “incontro informale” dei capi di Stato e di governo riuniti nel Consiglio europeo per parlare degli sviluppi della crisi tra Russia e Ucraina. “Speriamo per il meglio ma siamo preparati per il peggio”, così Ursula von der Leyen, intervenendo oggi a Strasburgo.