Venti di guerra a Kiev, la popolazione in piazza: “Pronti a tutto”. Il presidente ucraino: no al panico
Il braccio di ferro tra Russia e Ucraina continua. Nessuno dei leader in campo molla la presa. Con la telefonata di ieri tra Biden e Putin che non ha sortito effetti risolutivi. «Non c’è stato alcun cambiamento fondamentale nella dinamica che si sta svolgendo ormai da diverse settimane», ha confermato infatti un alto funzionario americano ai giornalisti al termine del colloquio telefonico avvenuto nelle ore più difficili della crisi.
Stallo tra Biden e Putin, a Kiev la popolazione scende in piazza
Ore in cui, mentre l’Ucraina resta incline a una soluzione diplomatica con la Russia, si dice comunque «pronta a tutto». Come ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, confermando il suo impegno con i partner internazionali per evitare un conflitto, da una parte. Ma senza escludere che ci possano essere «sorprese in qualsiasi momento», dall’altro. Sorprese a cui, appunto, il governo ucraino si dice preparato. «Consapevole dei rischi di un’escalation della situazione da parte della Federazione Russa». Consapevolezza e predisposizione confermate ieri anche dai cittadini che a Kiev sono scesi in piazza, dopo l’appello del presidente ucraino a non farsi prendere dal panico.
I manifestanti a Kiev: «Gli ucraini resisteranno» e «Diciamo no a Putin»
«Tutte queste informazioni stanno solo suscitando la paura e non possono aiutarci», ha proseguito Volodymyr Zelensky riferendosi all’allarme lanciato dagli Usa sulla possibilità di un’invasione Russa in Ucraina. Mentre per le strade della capitale ucraina sventolavano bandiere e striscioni con scritto «Gli ucraini resisteranno» e «Diciamo no a Putin», che i manifestanti hanno portato in un lungo corteo che ha attraversato il centro cittadino. E mentre l’Europa – dalla Germania all’Olanda, Dalla spagna all’Italia, fino a Francia e Belgio – svuotava le ambasciate e sconsigliava i viaggi nel Paese.
L’allarme Usa e diplomazia al lavoro
Paura e incertezze che si alimentano e rispetto alle quali, nel corso di un incontro con i giornalisti nella regione meridionale di Kherson, vicino alla Crimea, dove ha assistito alle esercitazioni militari, Zelensky ha affermato di «comprendere tutti i rischi». Poiché riceve «informazioni da varie fonti, comprese le proprie agenzie di intelligence e di intelligence dei paesi partner». Come pure, citando negoziati a livello internazionale per prevenire l’escalation, il presidente ucraino riconosce di dover «fare affidamento sulle nostre forze. Capiamo che cose del genere possono avvenire senza preavviso. Pertanto, la cosa più importante è che siamo pronti a tutto».
L’Ucraina: «Siamo pronti a tutto»
Del resto: «L’aggressore non riuscirà a conquistare alcuna città in Ucraina», aveva detto poco prima il ministro della Difesa di Kiev Oleksiy Reznikov. Aggiungendo, all’apice di una sfida muscolare insistentemente in corso: «Tutti quelli che hanno guardato negli occhi dei nostri soldati almeno una volta sono sicuri che non si potrà in alcun modo ripetere quanto avvenuto nel 2014. L’aggressore non catturerà né Kiev. Né Odessa. Né Kharkiv o qualsiasi altra città», ha detto Reznikov. Mentre Putin, dal canto suo, respinge ogni ipotesi di attacco a Kiev e accusa Washington di isteria, intenzionato, a nome della Russia, a «proseguire il dialogo a tutti i livelli».