Agricoltura, Meloni: la Ue prenda atto che c’è una guerra nel cuore d’Europa e riveda le sue politiche
«L’agricoltura è al tracollo». Giorgia Meloni lo ha detto ancora una volta due giorni fa in una lettera al Corriere della sera in cui, in veste di leader di Fdi e di presidente dell’Ecr, ha sottolineato come «la guerra in Ucraina dà la sveglia all’Europa e impone alla Ue di cambiare registro su energia, clima, agricoltura e politica monetaria». Ribadendo che «questo è il momento del pragmatismo. E noi Conservatori vogliamo far valere le nostre ricette, improntate al realismo e a un’Europa che sia davvero utile ai suoi cittadini». Nulla, insomma, potrà proseguire sulle stesse rotte come prima in Europa. «Perché la guerra in corso sul suo territorio esige una decisa rivisitazione delle politiche degli ultimi decenni». Oggi, chiudendo i lavori del Convegno organizzato dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia nella sala Capitolare del Senato per presentare quello che è il Manifesto per l’Agricoltura di Fdi, Giorgia Meloni è tornata sul tema con una disamina in cui ha contestualizzato le problematiche del settore. Offrendo altri spunti di riflessione. Prospettive. E proposte.
L’intervento di Giorgia Meloni al Convegno “Agricoltura e Futuro”
«Avevamo la pandemia. Ora abbiamo una guerra nel cuore dell’Europa – ha esordito la presidente di Fratelli d’Italia –. Con due Nazioni che da sole producono il 30% dei cereali mondiali. Abbiamo le sanzioni che impatteranno, ovviamente, ancora di più sul nostro sistema produttivo. Fdi ha tenuto una posizione molto chiara, a difesa dell’Ucraina. Perché noi crediamo nel valore della libertà e della sovranità» ha ribadito la Meloni. Soffermandosi subito dopo sulle sanzioni. «Le abbiamo sostenute perché sono uno dei pochi strumenti concreti che la Comunità internazionale può utilizzare senza rischiare una escalation. Che in questo caso potrebbe portarci a una guerra mondiale, se non nucleare».
L’appello della Meloni: la Ue sia solidale verso i Paesi più colpiti dalla sanzioni come l’Italia
Ma, a stretto giro, declinando al tema dei provvedimenti sanzionatori decisi nei confronti della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina quello dell’impatto sulle imprese, Giorgia Meloni ha anche esortato tutti gli “addetti ai lavori” a un imprescindibile e doveroso spirito di solidarietà. Sostenendo, nell’ambito dell’iniziativa Agricoltura & Futuro, che: «Se l’Italia dimostra lealtà verso i suoi alleati occidentali, come è giusto che faccia, l’Occidente, la Commissione Ue e l’Ue, devono dimostrare solidarietà verso le nazioni che, come l’Italia, saranno più colpite da questa scelta».
«Serve un meccanismo compensativo per Paesi penalizzati da sanzioni»
Perché, come ha chiaramente illustrato Giorgia Meloni nel suo intervento alla sala capitolare del Senato, «ci saranno Nazioni più penalizzate» dalle sanzioni nei confronti della Russia. E «ci potrebbero essere Nazioni, paradossalmente, anche nell’Occidente, favorite dalle sanzioni. Penso che oggi la Commissione europea e l’Occidente nel suo complesso, ovvero Bce e Federal Reserve, debbano lavorare per aiutare le Nazioni che avranno una contrazione della loro capacità economica». O meglio, ha chiarito la leader di Fdi: «Serve un meccanismo di compensazione per le nazioni più penalizzate», come accaduto per la Brexit. Perché «non è possibile pensare – ha avvertito la leader di Fdi –che in un momento come questo la situazione non impatta e cada sulle nostre aziende. E noi non ce lo possiamo permettere…».
Pnrr, Meloni: ora serve rivedere le priorità. No obiettivi ideologici
Nel centro del mirino di Fdi, insomma, torna la necessità di difendere le imprese già messe a dura prova da pandemia e recessione. Come pure il potere di acquisto delle famiglie e la competitività e la sopravvivenza delle nostre eccellenze. Una realtà composita in bilico su equilibri già precari, e su cui oggi Giorgia Meloni è tornata ad intervenire anche sollecitando una rivisitazione del Pnnr alla luce di nuove, stringenti priorità. Perché: «Non possiamo fingere che le priorità del Pnrr non siamo mutate», ha rilanciato la numero uno di Fratelli d’Italia. Aggiungendo che, «di fronte alla mutata condizione in cui ci troviamo, si deve avere il coraggio di porre presso l’Ue la modifica di una serie di obiettivi che l’Europa si è data seguendo delle sirene ideologiche».
«Quando si tratta di difendere lavoro, aziende, competitività, eccellenze e tradizione, Fdi c’è sempre. Noi siamo qua»
E allora, ha rimarcato la Meloni nel suo intervento, «in questo momento la priorità non può essere il green deal, così come lo intende la Commissione europea: che poi significa comprare pannelli fotovoltaici…». E pur confermando di considerare «Fratelli d’Italia la forza più ecologista del centrodestra». Come ribadendo che «siamo conservatori e fra le cose che dobbiamo conservare c’è proprio la terra. Nella mia visione dell’ecologia l’uomo non è nemico della terra e non va espunto dalla natura come vuole un certo ambientalismo ideologico modello Greta…», Giorgia Meloni ha concluso il suo intervento asserendo: «Sicuramente il governo italiano non ha fatto abbastanza. E le politiche europee sono decisamente sbagliate. O meglio: le priorità strategiche che l’Unione Europea si sta dando sono distanti da quello che oggi serve realmente alla nostra economia. Ma come sempre, ripeto che Fdi, quando si tratta di difendere lavoro. Aziende. Eccellenze. Competitività. Innovazione. Tradizione e identità di questa Nazione che amiamo, c’è sempre. Noi siamo qua».