Armi alla Colombia, neanche più D’Alema è quello di una volta: «Ho sbagliato a non controllare»
È proprio vero che non ci sono più le stagioni di una volta. Dei politici, poi, manco a parlarne. Quel che però non ti aspetti, oltre all’Italia per due volte di fila fuori dal Mondiale, è Massimo D’Alema che ammette di aver «peccato di mancanza di cautela». Confesso di aver pensato ad un sosia dopo averlo colto in flagranza di confessione sul Corriere della Sera che lo ha intervistato per il pasticciaccio brutto delle armi Leonardo e Fincantieri da vendere alla Colombia grazie alla sua mediazione. Possibile che il lìder Maximo della sinistra nazionale stia lì a cospargersi il capo di cenere ammettendo uno scivolone a dir poco clamoroso come dar credito a tal Edgar Fierro, ex-paramilitare condannato a 40 anni e poi graziato?
Così D’Alema al Corriere della Sera
«Non ho controllato il curriculum del mio interlocutore. Mi hanno detto che era un senatore». E lui gli ha creduto sulla parola. «Non pensa sia stata una leggerezza non aver controllato neanche su Internet?», lo incalza l’intervistatore. E lui, senza esitare: «Lo è stata». Da non credere. Tanto più che da ex-premier, oltre che da politico di lunghissimo corso, D’Alema avrebbe potuto (e dovuto) attivare altri canali per saperne di più sui protagonisti di questa vicenda. Dopo tutto, non parliamo di bruscolini ma di una mediazione che avrebbe fruttato un bel po’ di milioni di dollari ai facilitatori dell’affare.
E poi dice che uno si butta a sinistra…
A questo punto pensate quale inferno avrebbe accolto un politico di destra se solo si fosse trovato nella medesima condizione dell’ex-comunista. Sì, certo, la guerra costringe giornali e tv (tranne le Iene) a stare in altre faccende affaccendati. Ma – statene pure certi – l’Ucraina non avrebbe impedito ad un Corrado Formigli – uno a caso – di sguinzagliare i suoi migliori segugi sulle tracce dell’affaire colombiano. Vuoi che un conduttore capace di scatenare un tormentone sul nulla per colpire Giorgia Meloni non riesca a trovare tempo e voglia per fare pelo e contropelo ad un-ex premier come D’Alema, finito tra i torbidi di una compravendita internazionale di armi in compagnia di faccendieri e millantatori? Più probabile che non l’abbia voluto trovare: tra compagni non si usa e non conviene. E poi dice che uno si butta a sinistra. Come ci aveva visto lungo il grande Totò.