Asta record a Parigi: la natura morta “Il cestino di fragole di bosco” di Chardin venduta per 23,4 milioni
Prezzo stellare per “Il cestino di fragole di bosco” del pittore francese Jean-Baptiste-Siméon Chardin (1699-1779): la natura morta è stata venduta all’asta a Parigi da Artcurial e Cabinet Turquin per 24,3 milioni di euro, tasse incluse, ben al di sopra della sua stima di 12-15 milioni.
Il prezzo raggiunto ha stabilito tre nuovi record contemporaneamente: per l’artista francese, per un dipinto francese del Settecento e per un’opera proposta dalla casa d’aste Artcurial. L’antiquario newyorkese Adam Williams ha vinto l’asta contro un collezionista privato, anche lui statunitense. L’estrema semplicità della composizione e l’audacia dell’esecuzione di questa tela ad olio (46 cm x 38 cm) la rendono incredibilmente moderna. E la sua provenienza, la collezione del pittore Eudoxe Marcille (1814-90), lo rendeva ineccepibile.
“Il cestino di fragole di bosco” unica natura morta di Chardin
Chardin ha dipinto circa centoventi nature morte, spesso ritraendo lo stesso soggetto: oggetti, frutti, in particolare calici d’argento, teiere, lepri, prugne, meloni e pesche. Quella venduta a prezzo record è l’unica natura morta firmata dall’artista in cui compaiono le fragole di bosco come tema principale.
Esposta dall’artista al Salone del 1761, riscoperta da Eudoxe Marcille un secolo dopo, prima di scomparire dalla vista del pubblico sino alle retrospettive dedicate al pittore organizzate a Parigi nel XX secolo, questa piccola tela è diventata nel mentre un’icona dell’arte occidentale, combinando una composizione di sublime semplicità geometrica con un’eccezionale qualità esecutiva.
Passata inosservata al tempo della sua realizzazione, “Il cestino di fragole di bosco” è diventata nel tempo una delle immagini più famose del XVIII secolo francese, regolarmente riprodotta sulle copertine di cataloghi dedicati a Chardin.
Il precursore degli impressionisti contemporanei
Ideale proseguo delle rare raffigurazioni di coppe di fragole di pittori nordici e francesi del XVII secolo, come Jacob van Hulsdonck, Adriaen Coorte e Louyse Moillon, questo dipinto collega i due secoli, mentre si dirige con risolutezza verso la modernità. Infatti, il soggetto qui è quasi meno importante della sua rappresentazione in volumi e forme, come dimostrano il cilindro dei bicchieri e il triangolo formato dalle fragole. Chardin è soprattutto apprezzato per il silenzio che arieggia nei suoi lavori, la poesia che emana dalla realizzazione di oggetti ordinari, un invito a meditare e un passo indietro rispetto al turbinio coevo.
Il dipinto rappresentato è direttamente paragonabile con “Il cestino di prugne” (Museo del Louvre di Parigi) e “Il bicchiere d’acqua e la tazza di caffè” (Carnegie Institute of Art di Pittsburg), datate allo stesso periodo ed entrambe considerate come capolavori assoluti. All’epoca dell’esecuzione, Chardin era all’apice della sua carriera come artista. La virtuosità del pittore è evidente nell’incredibile trasparenza dell’acqua nel bicchiere, la rappresentazione della frutta è sia precisa sia fluida.
La modernità delle nature morte di Chardin trova importante eco nella produzione dei suoi contemporanei come degli impressionisti, in particolare con Fantin Latour, Monet, Renoir e il rigore delle sue composizioni geometriche tornerà nel XX secolo nelle opere di Cezanne, Morandi, sino a Wayne Thiebault.