Caso Ciro Grillo, il giallo si infittisce: in aula anche l’amico della vittima accusato di averla stuprata nel 2017
Caso Ciro Grillo, si parte dai testi citati. Tra loro, l’amico della vittima accusato di averla stuprata nel 2017. La drammatica vicenda del presunto stupro di gruppo si cui sono accusati il figlio dell’ex comico e i suoi 3 amici della “Genova bene”, entra nell’aula del Tribunale di Tempio Pausania. Ma, come già nel caso dell’udienza preliminare, il processo che vede alla sbarra Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, anche oggi registra l’assenza dei quattro imputati alla sbarra. Dunque, al primo piano del piccolo Tribunale della Gallura si parte dai testi. La scaletta procedurale nelle mani del Presidente della Corte, Marco Contu, parte dalla lista presentata da accusa, parti civili e difesa annunciata ieri. Un elenco che annovera ben 70 nomi…
Caso Ciro Grillo, in aula si comincia dalla lunga lista dei testi citati
Un elenco sulla carta nutrito e variegato, che dispone – tra gli altri – la presenza della moglie del comico genovese, Parvin Tadjik. Così come di alcuni vicini di casa. Del maestro di kite surf delle due ragazze. Del proprietario del B&B dove hanno dormito le due ragazze dopo l’accaduto: Daniele Ambrosiani. Oltre che di diversi investigatori. Non solo. Come già anticipato in un servizio ieri, la parte civile della giovane italo-norvegese, che oggi ha 22 anni, rappresentata dall’avvocata Giulia Bongiorno, ha chiesto di citare anche alcuni giornalisti, come l’inviata del Corriere della Sera, Giusi Fasano. Insieme al collega di Repubblica, Fabio Tonacci, in merito a delle interviste realizzate in Sardegna.
Nella scaletta del dibattimento anche il caso del presunto stupro del 2017 in Norvegia
Del resto, la battaglia tra accusa e difesa si gioca anche sui nomi da portare in aula. La lista dei testi, di accusa e difesa, come detto è lunga. Coi medici legali chiamati a spiegare quale fosse lo stato di salute delle due ragazze. Ma non solo. C’è anche David Enrique Bye Obando, il ragazzo norvegese-sudamericano, figlio di un ex deputato. La ragazza durante le indagini lo aveva accusato di abusi che sarebbero avvenuti durante una gita in campeggio. «Mi sono svegliata e lui stava venendo», ha detto la giovane agli investigatori. Ma non è mai stato denunciato per questo. Un caso che aggiunge giallo al giallo. Anche per via del padre del ragazzo, che ai cronisti ha negato la citazione del ragazzo. «Mio figlio non è stato convocato dalle autorità giudiziarie norvegesi: l’unica autorità di fronte alla quale è responsabile. Né ha ricevuto citazioni da altre autorità», ha aggiunto l’uomo, prima di concludere lapidariamente di «non altro altro da aggiungere».