Catasto, la manovra del governo per dividere il centrodestra prima dello “scontro” in Aula
La delega fiscale per la riforma del catasto è il nostro fronte di guerra interno, in seno e fuori il governo Draghi. Tensioni alle stelle tra centrodestra e governo e tra “pezzi” di centrodestra nel governo. L’esecutivo è andato in frantumi a più riprese, due volte in commissione Finanze alla Camera: dove il partito delle tasse guidato dal Pd è stato salvato per un voto in entrambe le occasioni. Il governo ora teme e sta cercando di scalfire la compattezza di Forza Italia e Lega che sul tema hanno votato in sintonia con Fratelli d’Italia. Il governo non è tranquillo. L’8 marzo Alternativa presentato un emendamento che modificava l’articolo 6, sottoscritto anche dalla Lega e da Fi e FdI. Il governo da parte sua aveva dato parere contrario. Al momento della conta dei voti si è ripresentata la stessa situazione di settimana scorsa; quando con 22 voti favorevoli e 23 contrari l’emendamento non è passato: si è dunque andati a riconfermare il testo originale della riforma sul catasto. Che, così come è, offre carta bianca al governo di aumentare in futuro le tasse sugli immobili. Draghi, interrogato da Fratelli d’Italia durante il question time alla Camera ha ribadito che non ci sarà aumento delle tasse. Ma le rassicurazioni di Draghi non bastano.
Catasti, il governo vuole tavoli separati: obiettivo, spaccare il centrodestra
Dunque, siamo allo scontro frontale tra centrodestra e centrosinista. E i numeri per il governo sono incerti. Così si è preferito rimandare il confronto-scontro in Aula, procrastinandolo al 28 marzo, data prevista. Nel frattempo il governo tenterà in ogni modo una manovra di distanziamento tra i partiti del centrodestra. Durante la riunione di maggioranza di mercoledì, infatti, il governo ha proposto di dare il via ad alcuni incontri bilaterali per cercare di mettere a fuoco le priorità di ciascun partito sulla delega fiscale. Insomma, tavoli separati per meglio testare intenti e solidità dei vari partiti contrari all’approvazione della delega fiscale. Consultazioni separate che inizieranno tra oggi e venerdì, leggiamo sulla Verità: una sorta di mini-meeting che hanno ufficialmente l’obiettivo di trovare una sintesi tra tutti. Ma l’obiettivo del governo è scardinare la compattezza del centrodestra e semplificare l’iter di approvazione del provvedimento.
Bilaterali del governo per testare la solidità dei partiti
Il primo bilaterale sarà oggi con il Movimento 5 stelle e l’ultimo venerdì con Forza Italia. Conclusi gli incontri, ci sarà una ricognizione con il Mef, per poi definire il resto del calendario con cui proseguire l’esame degli articoli. Per quanto riguarda la delega fiscale nel suo complesso, nei prossimi giorni continueranno i voti sugli altri emendamenti dei partiti. FdI e FI sono stati compatti nei loro interventi. I parlamentari della Meloni hanno smontato la narrazione del governo sulla rivisitazione degli estimi catastali. I non detti, i pericoli, i rischi concreti di una tassazione inaccettabile sulla casa ci sono eccome.
Catasto, le tre forzature del governo
Ora è il parlamentare azzurro Cattaneo a ribadire le tre forzature del governo Draghi al Giornale: “L’introduzione a tutti i costi del tema catasto della delega fiscale; quando il lavoro compiuto dalla commissione negli scorsi mesi lo aveva coerentemente escluso; l’aver posto un ultimatum alle forze parlamentari; l’aver rigettato la normale prassi parlamentare che vede la discussione dell’articolato nell’ordine crescente; imponendo di partire dall’articolo 6, cioè dalla riforma del catasto”. Forse – e non è malizia- qualcuno dalle parti di Palazzo Chigi ha voluto preparare il terreno alle forze di sinistra per l’aumento, nei prossimi anni, delle tasse sulla casa. sogno costante di ogni sinistra.