Colombia-gate: pioggia di interrogazioni sul ruolo di D’Alema. Bufera su Leonardo e Fincantieri
L’affaire Colombia s’ingrossa e la posizione di Massimo D’Alema si fa sempre più imbarazzante. Per non parlare di Fincantieri, dove la revoca delle deleghe operative al dg Giuseppe Giordo ha già scatenato un cortocircuito che rischia di fulminare lo stesso ad Giuseppe Bono. Risultato: il comitato nomine di Cassa depositi e prestiti, riunitosi ieri per decidere la consueta infornata ai vertici delle partecipate, ha espunto l’azienda dall’elenco rinviando tutto al 14 aprile. Ma torniamo a D’Alema. L’ex-leader del Pds si trova al centro nella veste di mediatore di una compravendita di armi alla Colombia da parte della stessa Fincantieri e di Leonardo. Un affare da 4 miliardi per un compenso di 80 milioni ai suoi facilitatori.
D’Alema nell’angolo
Finora D’Alema ha ammesso solo di non essersi adeguatamente informato sui suoi interlocutori. Come ad esempio Edgar Fierro, un paramilitare colombiano condannato a 40 anni di carcere e poi graziato, che lo registrava mentre parlavano al telefono. Ma ben altri sono i punti che l’ex-premier dovrà chiarire. Se non lui il governo, già alluvionato da interrogazioni parlamentari. Tra queste, quella di Maurizio Gasparri e del renziano Roberto Giachetti. Nel mirino del senatore di Forza Italia è finito l’ad di Leonardo Alessandro Profumo: «Credo sia inevitabile una sua uscita dall’azienda». Più focalizzata sul ruolo di D’Alema, quella dell’esponente di Italia Viva: «Chi lo ha autorizzato a svolgere trattative con il governo colombiano per conto di Leonardo e Fincantieri?».
Gasparri: «Via Profumo da Leonardo»
Ma Giachetti, informa la Verità, ha presentato anche una seconda interrogazione, questa volta indirizzata al ministro dell’Economia. Riguarda il ruolo di consulente di Baffino per la Ernst & Young, società da egli stesso citata nella sua intervista a Repubblica, la prima rilasciata sull’affaire Colombia. Il parlamentare ha chiamato in causa, oltre alle due aziende al centro della vicenda colombiana, anche Eni, Enel, Cassa depositi e prestiti, Sace, Invitalia e Poste Italiane. Per sapere, si legge nell’interrogazione, se «negli ultimi cinque anni hanno attivato rapporti di consulenza, collaborazione, mediazione, intermediazione, promozione con la Ernest & Young. E, nel caso, per quali importi». Come a dire: ci fate sapere se D’Alema è passato anche da lì?