Da Kiev a San Patrignano, la comunità si mobilita: accolte quattro famiglie di giovani sordomuti
Da Kiev a San Patrignano. Due famiglie con figli molto piccoli sono arrivate questa mattina in Comunità da Kiev “felici di essere in Italia. Ma quando sarà il momento vogliamo tornare nella nostra terra”. La rotta della speranza, nel fuggire dagli orrori della guerra in Ucraina ha portato quattro nuclei familiari sulla collina di San Patrignano: dove sono stati subito accolti nel grande salone della Comunità. Provenienti da Kiev, per un totale di dodici persone, hanno trovato un porto sicuro dopo due giorni di viaggio. Sono quattro famiglie di giovani sordomuti, due delle quali con figli piccoli, che sono riusciti a portare con sé anche i loro animali domestici, due cani e un gatto. Con loro un’interprete bielorussa che li aiuta a comunicare usando il linguaggio dei segni.
Da Kiev a San Patrignano: accolte quattro famiglie di sordomuti
Nei loro occhi tanta stanchezza e l’impronta della paura, forte e improvvisa, che ha cambiato per sempre la loro vita. Una paura ancora più grande laddove ci sono fragilità con cui convivere quotidianamente. “Abbiamo lasciato le nostre famiglie a Kiev – raccontano all’Adnkronos – siamo molto felici di essere in Italia ma quando sarà il momento vogliamo tornare nella nostra terra”. I bambini saltano e si rincorrono nel grande salone della Comunità, i genitori forse per la prima volta dopo settimane, sorridono guardandoli. Per loro San Patrignano si è mobilitata dando prova di organizzazione e praticità. Un gruppo di volontari si prenderà cura dei profughi che saranno alloggiati in un’area da poco ristrutturata, a loro dedicata e dotata di una cucina e tutti i comfort.
San Patrignano accoglierà altri profugi
Sin dall’inizio del conflitto in Ucraina, la Comunità si è subito attivata per offrire un aiuto concreto alle persone in fuga dalla guerra. Questa volontà si è tradotta in azione attraverso la collaborazione con l’assessore alla Protezione sociale del Comune di Rimini, Kristian Gianfreda; grazie a cui al momento è stato possibile prendere in carico i quattro nuclei famigliari: fra loro vi sono anche alcuni atleti, che fino allo scoppio del conflitto giocavano a pallavolo in squadre paralimpiche. San Patrignano ha inoltre dato la disponibilità ad accogliere nuovi profughi.