Dalle banche agli attacchi hacker: così la Russia potrebbe colpire l’Italia inserita tra i “Paesi ostili”
Visti, esposizione delle banche, nazionalizzazione delle aziende. E poi, ancora, attacchi hacker, rimborsi in rubli e, naturalmente, grano ed energia. La stesura della lista dei “Paesi ostili” da parte di Mosca apre a un ampio scenario di possibili ritorsioni nei confronti degli Stati che ne fanno parte, Italia compresa. Si va dai rischi per la sicurezza dei singoli cittadini presenti in Russia, alle rappresaglie finanziarie come il rimborso dei crediti in rubli, soggetti a una svalutazione spaventosa.
Mosca arma la rappresaglia contro le sanzioni
A stilare un elenco delle azioni con cui Mosca potrebbe decidere di reagire alle sanzioni è oggi il Corriere della Sera, che sottolinea come «i danni economici potrebbero essere pesanti, così come le conseguenze sulla vita quotidiana con il taglio delle materie prime e dell’energia». Il primo settore a rischio è quello dell’atteggiamento verso gli stranieri. Mosca potrebbe decidere di ritirare i visti o di far valere anche per i cittadini degli altri Stati la nuova legge che prevede fino a 15 anni per chi, secondo la visione russa, divulga “fake news” sulla guerra.
La svalutazione del rublo usata contro le aziende straniere
C’è poi tutto il comparto economia e finanza, che si apre sul rischio che Mosca decida di rimborsare in rubli, anziché nella valuta del contratto, le aziende dei “Paesi ostili” che vantano crediti. Si tratterebbe di un disastro considerando la svalutazione del rublo, che è già arrivata al 45% rispetto all’euro e che promette di continuare a crescere. «Al momento – si legge sul Corriere – la banca centrale russa può solo stampare rubli e fornirli alle imprese, che con quelli pagheranno i creditori italiani, tedeschi o francesi. Ma l’aumento della massa monetaria in rubli a sua volta contribuisce alla svalutazione e all’inflazione».
Il rischio espropri e l’esposizione delle banche
Un altro scenario non meno devastante avanzato dagli analisti internazionali è quello della nazionalizzazione delle aziende: «Mosca potrebbe decidere di acquisire la proprietà o quantomeno il controllo delle ditte che operano in Russia». C’è poi il tema delle banche, fra le quali quelle italiane sono le prime per esposizione sulla Russia. Secondo la Banca dei regolamenti internazionali, si parla di 25,3 miliardi di euro al 30 settembre 2021. Una situazione alla quale contribuisce il fatto che le banche italiane, dopo l’aggressione all’Ucraina del 2014, hanno ridotto meno degli istituti di altri Paesi – per esempio Francia e Germania – la propria esposizione in Russia.
Attacchi informatici, grano ed energia
Passando ai rischi per chi si trova fuori dai confini russi, si trova quello di attacchi informatici sui quali da giorni l’Agenzia della cybersicurezza ha lanciato l’allarme per aziende e istituzioni. Infine ci sono i due grandissimi temi dell’approvvigionamento delle materie prime agroalimentari e dell’energia, rispetto ai quali non si può neanche più parlare di rischio, visto che già stiamo sperimentando gli effetti della guerra sui loro costi e il governo è impegnato in una affannosa ricerca di partner alternativi.