Dostoevskij censurato, Paolo Nori attacca il portiere polacco della Juve: “Che c’entrano i calciatori russi?”
Cosa può far paura di Dostoevskij? Cosa temono di un uomo che è stato condannato a morte perché aveva letto pubblicamente una lettera proibita nel 1849?”. Se lo chiede sulla Stampa lo scrittore Paolo Nori dopo che l’università Bicocca gli ha comunicato la decisione di sospendere le sue lezioni sul romanziere russo “a causa della situazione internazionale”. Adesso l’ateneo milanese parla di un malinteso e dice che il corso si farà, “ma io non so ancora se accettare e anzi non penso che lo farò. A meno che non mi dicano la verità: cosa hanno ritenuto imbarazzante di Dostoevskij riguardo alla guerra? La mail che mi hanno mandato è chiarissima: ‘Il prorettore alla didattica, d’accordo con la rettrice, ha deciso di rimandare il percorso su Dostoevskij per evitare tensioni interne in questo momento di politica internazionale’. Che malinteso può esserci in una lettera del genere?”.
Dostoevskij censurato, l’amarezza di Nori
Riguardo a ciò che sta accadendo in Russia e in Ucraina, Nori cita “il premio Nobel per la pace Dmitry Muratov, direttore della Novaya Gazeta, che sul suo giornale scrive: ‘Ci rifiutiamo di considerare l’Ucraina un popolo nemico, questo numero del giornale esce in edizione bilingue, in russo e in ucraino, che non sarà mai per noi la lingua del nemico’. Ecco – sottolinea – io sono contento di aver portato dentro l’università questa roba qui. E ho scritto a un grande fotografo russo, Alexander Gronsky, arrestato in Russia per aver protestato contro la guerra, perché a Reggio Emilia hanno cancellato la sua partecipazione al Festival Fotografia. Gli hanno revocato l’invito perché russo. Mi sono scusato, gli ho detto che mi dispiace. Mi ha detto che non riesce a essere tanto dispiaciuto per la revoca perché soffre per l’Ucraina. Questa guerra è una condanna per tutti. Ci stiamo dimenticando che in Russia ci sono persone così e non dobbiamo farlo. Io voglio ribadire il mio amore per la Russia oggi più che mai”.
L’attacco dello scrittore al portiere della Juventus
Nella risposta alla Bicocca, prosegue, “ho scritto: ‘Sono senza parole’. Quasi non volevo raccontarlo. Una docente di russo mi ha detto che alcuni suoi amici dovevano tornare a casa e non possono perché non ci sono voli, non funzionano le carte di credito. Ma essere russo non può essere una colpa. Se penso che sulla decisione della Bicocca abbia influito quanto successo alla Scala? Ho trovato esagerata la decisione sul direttore d’orchestra Gergiev. Poi ho visto che anche il soprano Netrebko, che è contro la guerra e che dicevano non sarebbe venuta perché stava male, ha scritto su Instagram che no, non sta male, non viene apposta. Perché è contro la guerra, ma non contro la Russia. E quindi trovo che quel che sta succedendo sia una cosa stupida e che noi dobbiamo provare a non essere stupidi. Il portiere polacco della Juventus Wojciech Szczesny dice che è un bene che la Russia sia stata espulsa dai campionati del mondo. Bello sportivo! Che colpa hanno i giocatori?”.