Draghi alla Protezione civile: «Abbiamo 60mila profughi, chissà dopo». Fischi da pacifisti e no vax

21 Mar 2022 17:10 - di Federica Parbuoni
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Ha trovato ad attenderlo pacifisti e no vax, che gli hanno riservato slogan come «invochiamo la pace e inviamo le armi» e «basta dittatura sanitaria». La visita del premier Mario Draghi al centro operativo della Protezione civile a Palmanova, in provincia di Udine, si è aperta all’insegna dei fischi dei manifestanti, poi allontanati dalle forze dell’ordine, mentre si svolgeva l’incontro con le autorità e i volontari, dei quali Draghi ha lodato l’abnegazione e il ruolo fondamentale nelle situazioni di crisi. «La visita di oggi è di grande conforto», ha detto il premier, visitando il centro che coordina gli aiuti per l’Ucraina e dove sono stoccati i mezzi e i materiali in partenza. Lo stesso premier ha assistito alla partenza di alcuni tir carichi di farmaci diretti in Romania.

L’Ue non può fare a meno del gas russo? «Vedremo…»

Durante la visita c’è stata anche l’occasione per una battuta a margine sul gas russo. Senza è  impossibile per l’Ue andare avanti nel breve periodo? «Vedremo, vedremo…», ha risposto il premier, concentrandosi poi sui temi propri dell’incontro. «L’accoglienza, l’organizzazione, l’entusiasmo di questi volontari dimostrano che possiamo contare su una struttura efficiente, funzionante, moderna che è la Protezione civile», ha detto Draghi, accompagnato dal capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, e dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Sottolineando la complessità del lavoro che svolge la Protezione civile e l’importanza del raccordo fra gli enti di tutti i livelli, il premier ha quindi aggiunto che «questa alleanza istituzionale è un patrimonio che dobbiamo tenere, da preservare anche nell’accoglienza».

Draghi: «Oggi abbiamo 60mila profughi, chissà dopo»

«Oggi abbiamo 60mila profughi, chissà quanti ce ne saranno dopo». Il gioco di squadra, al quale partecipano anche direttamente i cittadini italiani, con la loro disponibilità e «la loro bontà», dunque, è «fondamentale». A chi gli ha domandato se siano in previsione aiuti diretti alle famiglie ucraine che in Italia accolgono profughi in arrivo dai territori in guerra, «no, al momento non è previsto», ha risposto Draghi, sottolineando l’urgenza della disponibilità delle risorse necessarie per far fronte all’accoglienza dei profughi. «Devono essere erogate subito, perché il bisogno è ora, non tra settimane. Questa è una cosa molto importante», ha detto il premier Draghi, spiegando che «i fondi dell’Europa verranno decisi nel prossimo Consiglio europeo, la Commissione è al lavoro su questo. Ci sarà un programma finanziato. Ci sono Paesi più colpiti come la Polonia».

 

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