Draghi chiama Putin: è la prima volta dall’inizio della guerra. Il Cremlino: “Zelensky parla troppo”
L’attesa telefonata tra il premier Mario Draghi e il Presidente russo Vladimir Putin dovrebbe aver luogo nel pomeriggio. Lo confermano fonti di Palazzo Chigi, dopo che il ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio, aveva parlato di in confronto tra i due nelle “prossime ore”.
Draghi sentirà Putin per la prima volta dopo lo scoppio della guerra
“Non dobbiamo assolutamente illuderci che sia semplice arrivare alla fine dell’accordo, non dobbiamo creare false illusioni”, ha affermato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio da Berlino, confermando che “nelle prossime ore il Presidente Draghi sentirà il Presidente Putin, un altro contributo che l’Italia darà a questo negoziato”. “Prendiamo atto dei passi che sono stati fatti ieri in Turchia, dopo l’incontro delle due delegazione, valuteremo gli annunci russi dai fatti, da quello che sta avvenendo e avverrà sul campo”, ha precisato Di Maio, confermando che l’Italia “lavorerà con tutte le sue forze per un accordo di pace il prima possibile che passa per due fasi, il primo sono i cessate il fuoco localizzati, un cessate il fuoco generale, e quindi un accordo di pace”.
“Ma sicuramente se la Russia terrà fede realmente a quello che ha detto, sul ritirare una parte delle sue truppe da Kiev, possiamo vedere che la strategia sostenuta dall’Italia sta funzionando”, ha aggiunto ricordando che l’Italia “ha adottato una strategia unica, che ha mostrato l’unità di una politica estera Ue unica e unita”.
Il Cremlino: “Le chiacchiere di Zelensky non aiutano le trattative”
L’Italia è in “strettissimo contatto” con la Turchia. “C’è un canale aperto, al ministero degli Esteri, di confronto continuo sia con la parte ucraina, sia con la parte turca per cercare di costruire i presupposti” per questo negoziato. “La Turchia è in questo momento il mediatore che è nella situazione più avanzata rispetto questo negoziato e noi lo sosteniamo e lo facciamo sin dal primo momento e continueremo a farlo”.
L’idea dell’Italia di essere fra i Paesi garanti “è stata benvenuta” dal Presidente Zelensky, ha aggiunto il ministro. “Metteremo a disposizione tutte le nostre competenze, le esperienze negli accordi di pace, per dare un contributo fondamentale all’accoro che riguarda la neutralità, senza dimenticare che l’accordo riguarda altre questoni, il Donbass, la Crimea, la smilitarizzazione, quello che i russi chiamano denazificazione”.
“Se avete notato, evitiamo accuratamente qualsiasi dichiarazione su quelle questioni che sono sostanzialmente sul tavolo delle trattative. Non le discutiamo pubblicamente, riteniamo che le trattative debbano andare avanti in silenzio”. E’ quanto ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, criticando le dichiarazioni su media e social media di alcuni rappresentanti dell’Ucraina, “compresi coloro che non hanno nulla a che vedere con i negoziati. Questo – ha concluso – non è un fattore che contribuisce al successo di questi negoziati”