Draghi sente Zelensky e lo rassicura: da noi pieno sostegno per la fine della guerra e per una pace duratura
Guerra Ucraina-Russia, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto oggi pomeriggio una nuova conversazione telefonica con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Al centro dei colloqui, gli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina e della crisi umanitaria in atto. Quella in corso a Mariupol, su cui il sindaco della città Vadym Boichenko, in una intervista televisiva in diretta, citata dalla Cnn, ha descritto una realtà sull’orlo di una «catastrofe umanitaria». Una città «in mano agli occupanti» dove «serve la completa evacuazione dei civili». O quella di Irpin, dove in un video pubblicato sui social il sindaco, Irpen Markushin, annuncia una città «libera dagli invasori di Mosca».
Ucraina, nel pomeriggio la telefonata Draghi-Zelensky
Una situazione diversa da fronte a fronte. Con la notizia diffusa da Kiev di una capitale in cui il nemico ha difficoltà ad accedere e presidiare. E con truppe russe in ritirata da lì, verso la Bielorussia. Movimenti che si alternano di ora in ora e che, di giorno in giorno, cambiano scacchiere bellico e strategie militari. Intanto, sul fronte diplomatico, Zelensky continua a interloquire coi leader europei. L’ultima telefonata in agenda, quella con il premier Draghi, a cui il presidente ucraino ha lamentato il blocco da parte russa dei corridoi umanitari e la prosecuzione dell’assedio e dei bombardamenti delle città – comprese le scuole –. E con conseguenti perdite civili, tra cui anche bambini».
Draghi ha ribadito a Zelensky l’impegno dell’Italia per fermare la guerra
Draghi, a sua volta, ha ribadito il fermo sostegno del Governo italiano alle autorità e al popolo ucraini. Oltre che la piena disponibilità dell’Italia a contribuire all’azione internazionale per porre fine alla guerra e promuovere una soluzione durevole della crisi in Ucraina. Un colloquio, quello intercorso telefonicamente tra Draghi e Zelensky, di cui il leader ucraino ha dato conto in un post su Twitter. In cui, proprio riferendosi alla disponibilità italiana a far parte dei Paesi garanti della sicurezza dell’Ucraina nell’ambito di un possibile accordo di pace – che sancirebbe la fine dell’invasione russa – ha sottolineato: «Ho proseguito il dialogo con il primo ministro italiano Mario Draghi. Ho discusso il contrasto all’aggressione russa. E l’ho ringraziato per l’importante sostegno umanitario e di difesa. Il popolo ucraino lo ricorderà».
E la disponibilità italiana per la creazione di un sistema di garanzie di sicurezza per l’Ucraina
Sul fronte diplomatico, infine, e sulla possibilità di un intervento anche italiano al tavolo della costruzione della pace, Zelensky infine, sempre via social, ha commentato: «Apprezziamo anche la disponibilità italiana ad unirsi alla creazione di un sistema di garanzie di sicurezza per l’Ucraina». Un sistema nel quale, ha fatto già sapere il ministro russo Lavrov, la Russia non intende accettare alcuna «diplomazia della navetta» dell’Occidente nei colloqui con l’Ucraina. Ovvero: non vuole che l’Occidente svolga da intermediario con Kiev. Lo ha chiarito con veemenza, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, in un’intervista ai media serbi.
Ma Lavrov dai media serbi ribatte: no all’Occidente come intermediario con Kiev
Nel corso della quale ha ribadito a più riprese: «Non vorrei vedere alcuna diplomazia della navetta da parte dei nostri colleghi occidentali, dal momento che hanno già svolto il loro lavoro in tal senso nel febbraio del 2014 in Ucraina. E nel febbraio del 2015 a Minsk». Non solo. Lavrov ha proseguito affermando anche che: «Ora ci stanno dicendo: “Date una possibilità alla diplomazia”. Certo, vogliamo dare una possibilità alla diplomazia. Ecco perché abbiamo deciso di proseguire i colloqui a Istanbul. Tuttavia, ci sono una serie di esempi di come i risultati ottenuti dalla diplomazia siano stati rovinati dai nostri colleghi occidentali». Concludendo con un secco: «Non possiamo più fidarci di loro»…