Erdogan prova a ritagliarsi il ruolo di mediatore con Putin. Resta il rebus dei droni turchi
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, prova a ritagliarsi il ruolo di mediatore. Domani avrà un colloquio sulla situazione in Ucraina con Vladimir Putin. Lo ha reso noto il portavoce della presidenza turca, Ibrahim Kalin, ribadendo che la Turchia è pronta a fare la sua parte per aiutare a risolvere la crisi. Nei giorni scorsi il portavoce di Erdogan, Ibrahim Kalin aveva sottolineato: «C’è bisogno di un attore che possa parlare con la Russia. Chi parla alla Russia se tutti buttano giù i ponti? Non stiamo pianificando un pacchetto di sanzioni per tenere questo canale aperto».
Il ruolo di Erdogan
Erdogan in questa crisi gioca il ruolo dell’equilibrista. Ha interesse a mantenere buone relazioni sia con l’Ucraina che con la Russia, per ragioni innanzitutto economiche ma anche geopolitiche. In questi giorni, come riporta il sito dell’Agi.it, da una parte ha sferzato la Nato definendola “indecisa e non incisiva”, ha attaccato l’Ue “priva di una visione comune, inefficace”. E ha detto no alle sanzioni per Mosca, bollandole come “inutili e controproducenti”. Dall’altro ha chiamato più volte Zelensky, ha vietato il passaggio a tre navi russe e ribadito il sostegno all’integrità territoriale dell’Ucraina.
I droni da combattimento
Allo stesso tempo però una società turca ha venduto all’Ucraina i droni Baykar TB2. Si tratta di un veicolo aereo da combattimento senza pilota. Mezzi che, come riportano i quotidiani internazionali e i social, la resistenza ucraina sta utilizzando per fermare l’invasione russa. Il velivolo è prodotto dall’azienda turca Baykar. Come riportava a fine ottobre l’Adnkronos, l’Ucraina intendeva acquistare complessivamente 50 droni Bayraktar Tb2 dalla Turchia. I sistemi d’arma sono già stati usati contro milizie filo russe in Siria e in Libia e nel Nagorno Karabakh, nella guerra fra Armenia e Azerbaigian dello scorso anno. Lo scorso settembre, Kiev e Ankara hanno sottoscritto in memorandum per istituire un centro di addestramento per l’uso dei droni in Ucraina.
Il chiarimento del viceministro turco
Ieri però il viceministro degli Esteri turco, Yavuz Selim Kiran ha chiarito che la vendita da parte della Turchia dei veicoli aerei senza pilota (UAV) Bayraktar TB2 all’Ucraina non è una forma di aiuto, ma sono prodotti che l’Ucraina ha acquistato da una società turca. Il ministro ha spiegato che le aziende del settore privato della difesa possono concludere accordi di questo tipo con i Paesi, che non hanno natura vincolante. Inoltre, ha precisato Kiran, l’Ucraina non è l’unico Stato ad acquistare Bayraktar TB2, che sono stati venduti ad altri 15 Paesi. «Il fatto che i droni Bayraktar si distinguano come uno degli elementi più deterrenti dell’esercito ucraino dimostra in realtà il successo e la qualità dei prodotti dalla nostra azienda. Non è nostro compito valutare queste discussioni, non perderemo posizione e negozieremo con entrambe le parti», ha concluso Kiran.