Fdi per i profughi ucraini: al confine coi furgoni di cibo e medicine e ritorno in Italia con madri e figli in fuga
La solidarietà di Fratelli d’Italia per il popolo di profughi dell’Ucraina nel vivo di iniziative concrete. Un impegno solidale, quello del partito guidato da Giorgia Meloni, tradotto in operazioni sul campo. E frutto di una militanza attiva che, a due settimane dall’inizio dell’invasione russa, si sta traducendo in diverse iniziative a sostegno della popolazione colpita da una guerra sanguinosa. Combattuta, in spregio dei diritti umani e in nome della continua violazione di accordi presi su tregue momentanee e salvaguardia dei civili. Una realtà che ha sprofondato l’Ucraina in un abisso di violenza che sembra senza fine. Con donne e bambini in fuga, uccisi in strada. Bombardamenti sui corridoi umanitari. Ospedali pediatrici e centri di cura per pazienti oncologici nel mirino dell’aviazione russa. Una guerra senza esclusione di colpi che Zelensky ha definito a più riprese «un genocidio». E per cui il leader di Kiev sta raccogliendo prove e documentazione di violazione dei diritti umani da parte dei russi da presentare presso la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite.
Fdi si mobilita per i profughi dell’Ucraina: sul confine con 5 furgoni di cibo e medicine
Una solidarietà concreta, che nasce dalla sensibilità di una comunità politica da sempre attenta ai bisogni della cittadinanza e pronta a mobilitarsi per le vittime di catastrofi naturali o belliche che siano: dal terremoto alla guerra russo-ucraina. Una partecipazione attiva sul campo, quella di Fdi, che per esempio, Davide Zappalà, esponente di Fratelli d’Italia, ex assessore ai Lavori pubblici di Biella, descrive all’Adnkronos raccontando il viaggio in Ucraina per consegnare beni di primaria necessità e il rientro in Italia con alcuni profughi, donne e bambini, in fuga dalla guerra. «Siamo partiti domenica scorsa con un convoglio di 5 furgoni pieni di medicinali. Cibo in scatola. E oggetti per l’igiene personale raccolti nel Biellese. Siamo andati al confine rumeno-moldavo e a quello rumeno-ucraino e abbiamo consegnato tutto e raccolto 21 profughi. Compreso un bimbo di 4 mesi…». E ancora: «Abbiamo utilizzato alcuni appoggi – spiega Zappalà – che avevamo in un Comune della Moldavia in questo momento sommerso di profughi che vengono gestiti con difficoltà perché, secondo me, questa rotta è meno organizzata di quella polacca».
Non solo approvvigionamenti di beni di prima necessità: 21 profughi portati in Italia
«Mi ha colpito innanzitutto – sottolinea allora l’esponente di Fdi – la grande efficienza della macchina organizzativa dell’accoglienza rumena gestita da associazioni religiose, sia islamiche che cristiane. C’è grande abbondanza di viveri. I profughi vengono accolti benissimo: a ogni donna che entra in Romania viene offerto un fiore. Entrano solo donne e bambini. O padri che hanno un figlio disabile. Sono rimasto colpito anche dalla grande fatica che i profughi ucraini devono affrontare per cercare di mettersi in salvo fuori dal loro Paese. Una vera e propria odissea… A cominciare dalle code lunghissime per poter accedere alla dogana. Code che avanzavano lentissimamente al gelo, sotto la neve. E che poi continua nelle successive frontiere».
Fdi per i profughi dell’Ucraina: in calendario per fine mese la missione umanitaria di Andrea Delmastro
Una concretezza, quella che contraddistingue la mobilitazione di Fratelli d’Italia, che si rinnova ad ogni iniziativa utile. E su cui Zappalà interviene anche con «un consiglio utile» rilanciato sostenendo che: «Se un’associazione di volontariato vuole aiutare i profughi, la cosa più importante da fare è andare a prenderli con furgoni a nove posti o pullman per poi portarli in Italia. Perché ci sono grandi difficoltà a spostarli: non hanno soldi e i viaggi verso l’Italia la Spagna o la Germania sono molto costosi», spiega l’esponente di Fdi. Ricordando che il 24 marzo partirà con aiuti umanitari anche il deputato biellese di Fdi, Andrea Delmastro, responsabile Esteri del partito, che a fine mese sarà al confine ucraino per consegnare generi alimentari e medicine di primo soccorso. Ma pure per accogliere rifugiati. Un’accoglienza organizzata dai confini di guerra al territorio di casa nostra, in nome della quale, conclude Zappalà, «porteremo in Italia profughi che verranno accolti in Piemonte tramite la Protezione civile della Regione».