Gismondo boccia la quarta dose: “Potrebbe creare un effetto boomerang al sistema immunitario”
“La quarta dose” di vaccino anti-Covid “agli immunodepressi può essere fatta” e in Italia le somministrazioni sono già partite. “Ma non si può pensare di continuare a somministrare dose su dose”: è categorica Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano.
In Gran Bretagna pronti al booster per gli over 75
“Bisognerebbe accertare – dice la virologa all’Adnkronos – il livello dell’immunodepressione in modo da poter scegliere, nei pazienti immunocompromessi che sono ‘non responders'” alla vaccinazione, “di adottare l’uso degli anticorpi monoclonali come prevenzione. Un’opzione di cui si parla troppo poco”. Mentre il Regno Unito si prepara a una quarta dose agli ultra 75enni, agli immunodepressi e agli ospiti delle case di riposo nelle prossime settimane, l’esperta ribadisce la sua contrarietà a un secondo booster esteso a categorie diverse dagli immunodepressi, ma anche nel caso di questi pazienti osserva: “La quarta dose deve essere analizzata in base al soggetto al quale viene somministrata. Un soggetto gravemente immunocompromesso non sarà mai sollecitato abbastanza” dalla vaccinazione. “Quindi, se non è riuscito con ben tre dosi a sviluppare un’immunità, nemmeno una quarta dose riuscirà” a conferirgliela. Oppure, nella migliore delle ipotesi, “sarà valida solamente per un periodo brevissimo”.
Gismondo esclude la quarta dose per tutti: più rischi che benefici
Non solo. “Noi – sottolinea Gismondo – non sappiamo che effetti portano tutte queste vaccinazioni ravvicinate, perché è la prima volta nella storia dell’infettivologia che più vaccinazioni si susseguono con un ritmo così serrato”. Anzi, “ci sono delle ricerche scientifiche che dimostrano come l’eccessiva sollecitazione del nostro sistema immunitario possa provocare addirittura un ‘effetto boomerang'”.
Cauto sulla vaccinazione anche Fabrizio Pregliasco, docente all’università Statale di Milano. “Speriamo di poter attendere l’autunno con dose mirata ai più anziani e alle categorie a rischio”, premette il virologo. “E comunque non credo che si tratterà di una nuova vaccinazione universale”. Ovvero di un secondo booster per tutti, precisa l’esperto. Bensì di un intervento che potrà riguardare “i più anziani e le persone più a rischio”.