Green pass: “Speranza paghi 500 milioni danni”. Ma Garavaglia ottiene solo il sarcasmo di Draghi
Le tensioni nel governo non sono finite con i “trallucci e vino” del voto unanime alle riaperture varte in sede di Cdm. Vincoli solo ritardati dal Green pass fino a fine aprile. La Lega che ha ingoiato un rospo niente male non cesserà di dare battaglia. Il ministro del Turismo Garavaglia è quello che è uscito malconcio, vedendo prevalere la linea di Roberto Speranza. Il ministro chiedeva di arretrare al 15 aprile e non al 30 aprile l’addio a Green pass per ristoranti al chiuso. Ora il leghista ha intenzione di scrivere al ministro della Salute: “Gli chiederò ufficialmente di coprire, con il budget del suo ministero, gli emendamenti al decreto destinati agli indennizzi per le categorie dei ristoratori danneggiati“.
Green pass, la Lega fa la voce grossa, ma…
“Si tratta di almeno 500 milioni di euro di danni –stima Garavaglia-. Le regole costano, se hanno poco senso, costano ancora di più”. Ha parlato da Parigi, in una Francia “liberata” dal Green pass, misura che dal punto di vista sanitario è stata ripudiata un po’ ovunque. “Io stasera sono a Parigi – detto- la gente è senza mascherina, si cena senza obblighi nei ristoranti. Logicamente i turisti scelgono in base a questo e non prenotano in Italia”. Una tesi che ben conosciamo per averla espressa da sempre e con vigore FdI dall’opposizione. Consideriamo che il prolungamento del Green pass fini alla fine di aprile compromentte un segmento di mercato importante; coincidente con la Pasqua e le vacanze. Dunque una beffa per ristoratori e categorie legate al turismo. “Ci stiamo facendo del male da soli, scientemente” è il commento del leghista del Carroccio. La linea speranza non si tocca, sarà la nostra spada di Damocle chissà per quanto.
La Meloni aveva avvisato la Lega da tempo
Stare al governo e vedere gli altri decidere sta diventando indigesto. Lo disse chiaro e tondo alla Lega Giorgia Meloni: “alzate la voce, ma alla fine la spuntasempre Speranza”. Infatti, anche stavolta la dimostrazione. Tale presa di posizione a muso duro ha guadagnato per ora solo il sarcasmo di Draghi. “Sono incuriosito“, ha detto il premier secondo un retroscena del Giornale. Il premier ha fatto trapelare un certo gelo, come suole fare: si è detto “molto incuriosito” da come il ministro del Turismo quantifichi i 500 milioni di danni al turismo. Draghi ha ribadito la disponibilità ad anticipare provvedimenti e a prenderne altri particolari, “ma sempre guardando la curva epidemiologica”. Il che equivale a lasciare la palla a Speranza, che ha detto in pratica la stessa cosa, riervandosi il diritto di “richiudere” o temperare le fin’ora poche libertà concesse seguendo i dati dei contagi. Tutto il mondo fa il contrario mentre noi osserviamo boccheggiare intere categorie per i “capricci” di un ministro.