«I militari italiani devono essere pronti»: dopo l’allarme, il ministro Guerini spiega i motivi dell’allerta
I militari italiani «devono essere pronti: lo impone il contesto». Lo dice il ministro della Difesa Lorenzo Guerini in un’intervista al Corriere della Sera. Un’affermazione che, a due giorni dall’invio della circolare emanata dagli alti comandi del nostro Esercito, e che l’opinione pubblica ha recepito come una chiamata alle armi per i nostri soldati, induce il titolare del dicastero di Via Venti settembre a ridimensionare gli allarmi. O quanto meno a spiegarne i contorni. Spiegando contesto e finalità delle risoluzioni annunciate. Partendo proprio dal precisare, in merito alla circolare dello Stato maggiore dell’Esercito, che: «Francamente sono sorpreso della sorpresa. È un’attività ordinaria che riguarda il livello esercitativo e di prontezza. Anche tenendo conto del contesto attuale e delle sue possibili evoluzioni. Per le missioni cui sono chiamate le Forze armate».
Guerini: «I militari italiani devono essere pronti. Lo impone il contesto»
Un contesto, per l’appunto, in cui il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha elogiato l’impegno italiano e ha annunciato che sarà rafforzato il fianco est dell’Alleanza. E in cui, giusto l’altroieri, la Camera ha votato un ordine del giorno per portare le spese militari al 2 per cento del Pil. E ancora: un contesto in base al quale – incalza il ministro della Difesa – «l’Italia è un paese importante dell’Alleanza, e si assume le sue responsabilità. Eravamo e siamo presenti in Lettonia con 250 unità. In Romania con le attività di sorveglianza degli spazi aerei atlantici oggi con 8 Eurofighter».
«L’Italia è un paese importante dell’Alleanza, e si assume le sue responsabilità»
Non solo, spiega ancora Guerini nell’intervista al Corsera: «Prosegue l’impegno navale nel Mediterraneo orientale. Siamo disponibili a rafforzare le misure di rassicurazione dei Paesi più esposti sul fianco sud-est. Per questo ho intensificato le interlocuzioni con l’Ungheria, dove parteciperemo a esercitazioni congiunte. Iniziative che sono il nostro contributo al rafforzamento della deterrenza in conseguenza delle scelte di Putin. La Nato è un’alleanza difensiva, non una minaccia. Chi racconta il contrario dice una bugia».
Militari italiani, garanzia di sicurezza per i cittadini e baluardo del ruolo dell’Italia nel mondo
Poi, per quanto concerne il voto sull’odg per portare le spese militari al 2 per cento del Pil, il ministro Guerini aggiunge: «Voglio essere chiaro: Forze armate moderne ed efficienti sono garanzia in primis per i cittadini. Per la loro sicurezza. E per il ruolo dell’Italia nel mondo. Il contesto attuale lo richiede ancora di più. Fin dal mio insediamento – chiude il cerchio delle precisazioni il ministro – l’adeguamento delle risorse della Difesa è stata una priorità che ho posto all’attenzione del Parlamento e dell’opinione pubblica».
Guerini sul voto della Camera per l’incremento delle spese militari
«È quindi necessario – sottolinea in calce Guerini – che gli uomini e le donne in uniforme siano messi in grado di svolgerle nel miglior modo possibile, con piena operatività e massima sicurezza. E che il Paese possa contare su uno strumento militare capace di difenderlo da tutte le forme di rischi. La Camera, a larga maggioranza, ha deciso di incentivare il governo a raggiungere in tempi rapidi questo obiettivo, che riguarda la nostra appartenenza alla Nato».
Ecco perché la No fly zone non è la soluzione al problema
Infine, mentre da un lato il titolare del dicastero della Difesa conferma che «la no fly zone, che vorrebbe dire aerei Nato che fronteggiano quelli russi, non è la soluzione al problema perché è una misura che allargherebbe drammaticamente il conflitto». Ribadendo che: «La soluzione sta nel percorso avviato: pesanti sanzioni alla Russia. E sostegno materiale, anche con invio di armamenti, all’Ucraina, per fermare Putin e portarlo al negoziato». Dall’altro lato Guerini rimanda emblematicamente ogni spiegazione anche al fatto che, «la Nato era già impegnata nella revisione del suo concetto strategico».
I tre pilastri di ruolo e missione dell’Italia
Rilevando che: «L’aggressione russa ha rinnovato questa esigenza, focalizzando l’attenzione sulla missione primaria: la difesa collettiva». E concludendo con il puntualizzare che: «L’Italia inoltre lavora su tre pilastri che contribuiscono alla missione principale: deterrenza e difesa. Prevenzione e gestione delle crisi. Sicurezza cooperativa». Per chiosare infine: «Anche qui Putin ha sbagliato previsione: puntava su una Nato piegata dalla drammatica conclusione della missione afgana e invece ha trovato una Nato più determinata e unita che mai».