Il cancro è la malattia più temuta dagli italiani, ma due su tre credono nella prevenzione. Lo studio del Censis
C’è il cancro in cima alla lista delle malattie che fanno più paura agli italiani. Lo rileva un rapporto del Censis presentato oggi in occasione dell’International Hpv Awareness Day, Giornata di sensibilizzazione sul Papillomavirus umano (Hpv), che attraverso un’indagine condotta su un campione di genitori e su un altro di donne ha analizzato la percezione del rischio di neoplasie da Hpv e le strategie di prevenzione adottate.
I tumori risultano le patologie più temute in assoluto sia dai genitori (69,6%) che dalle donne (67,7%). A distanza si posizionano la paura delle demenze (temute dal 42,7% dei genitori e dal 47,7% delle donne), delle patologie che causano non autosufficienza fisica (28,9% sia tra i genitori che tra le donne) e delle malattie cardiovascolari (rispettivamente 18% e 11,9%).
Censis: due italiani su tre credono nella prevenzione
Dal report, realizzato con il supporto non condizionato di Msd Italia a 3 anni da uno studio analogo, emerge anche che oltre 2 italiani su 3 credono nella prevenzione anti-cancro. Il 69,1% dei genitori e il 65% delle donne ritengono infatti i tumori si possano prevenire. Fra le strategie di prevenzione vengono segnalati prima di tutto i controlli medici e diagnostici preventivi, indicati dal 79,9% dei genitori e dall’84,2% delle donne.
Pap-test e Hpv-test: i controlli
Dal rapporto del Censis emerge che pap-test e Hpv-test sono i controlli che le donne italiane hanno dichiarato di aver effettuato di più negli ultimi 3 anni (62,9%). Eppure l’esame per l’individuazione del Papillomavirus umano (Hpv) viene ancora consigliato da una minoranza dei ginecologi, come pure la vaccinazione contro questo patogeno, primo responsabile del cancro al collo dell’utero.
Hpv-test, conosciuto solo dal 51,3% dei genitori
Il Pap-test – si spiega nel report – è uno strumento di prevenzione ormai consolidato, conosciuto da quasi tutte le donne. Meno noto l’Hpv-test, di più recente introduzione, che ancora solo il 51,3% dei genitori conosce. L’88,4% delle donne afferma che il proprio ginecologo ha consigliato il Pap-test, mentre l’Hpv-test è stato suggerito solo nel 42,6% dei casi. Il 57,3% delle donne è stato sensibilizzato dallo specialista sull’importanza di trattare l’infezione da Hpv perché può causare il tumore al collo dell’utero, mentre solo al 25,4% è stata consigliata la vaccinazione. Anche alle donne che hanno segnalato almeno un problema legato all’Hpv, la vaccinazione è stata consigliata solo nel 22% dei casi. Tra queste, il 71,6% dichiara che, se tornasse indietro, si vaccinerebbe o si sarebbe vaccinata prima contro l’Hpv.
I comportamenti di prevenzione
Riguardo ai comportamenti di prevenzione, il 61% sia delle donne che delle mamme dice di adottare controlli preventivi come screening, esami e visite anche in assenza di sintomi. Sono le donne in età più matura (tra i 46 e i 55 anni) a effettuare maggiormente gli screening per prevenire il tumore al seno (79,8%) e alla cervice uterina (67,3%). Il 51,5% dei genitori e il 45% delle donne afferma di impegnarsi in stili di vita sani, il 39% in entrambi i casi afferma di ricorrere alla vaccinazione.
Censis, il Covid ha ridotto screening utero
Dal rapporto Censis emerge l’effetto Covid sugli screening per la prevenzione e la diagnosi precoce del cancro al collo dell’utero e sulle vaccinazioni contro il Papillomavirus umano (Hpv). Prima causa di questo tumore che in Italia colpisce ogni anno oltre 3mila donne con più di mille morti. Il rapporto evidenzia un calo di quasi 4 punti percentuali per lo screening e di quasi 13 punti percentuali per la chiamata al vaccino.
A causa della pandemia – rileva il report – la copertura dello screening cervicale tra le donne tra i 25 e i 64 anni è passata dall’81% del 2019 al 77,3% del 2020 (-3,7 punti percentuali). E a causa della concentrazione dei servizi sul contrasto alla pandemia si è ridotta anche l’operatività dei servizi di vaccinazione: i genitori che hanno ricevuto la chiamata attiva per la vaccinazione anti-Hpv sono diminuiti dal 56% del 2019 al 43,3% nel 2022 (-12,7 punti percentuali).