Il retroscena, tutti a casa il 9 maggio: Putin vuole salvare la faccia e chiudere con la parata in Piazza Rossa

18 Mar 2022 8:50 - di Lorenza Mariani
Putin

Tutti a casa entro il 9 maggio. L’ipotesi di rientro delle forze russe entro la fine di aprile salverebbe la faccia a Putin… e la parata militare sulla Piazza Rossa: ultima prova muscolare di Mosca dopo la guerra d’invasione in Ucraina. Quella che per Putin avrebbe dovuto essere una “operazione militare lampo”. Ma che, inaspettatamente, ha incontrato una massiccia resistenza da parte del popolo di Kiev che, oltre a causare grosse perdite, ha fatto saltare i piani del Cremlino. E costretto a disperdere le unità. Ma ora ci sarebbe una data: quella del 9 maggio, appunto. Potrebbe essere quello, il D-day di Mosca. Quello il giorno a cui il presidente russo comincerebbe a guardare come possibile indicazione per la conclusione dell’«operazione militare speciale» contro l’Ucraina.

Tutti a casa il 9 maggio: Putin vuole salvare la faccia…

A quanto apprende l’Adnkronos da fonti russe, ci sarebbe la «ragionevole speranza» che Vladimir Putin – che oggi ha celebrato l’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea, i cui abitanti «in quelle settimane difficili dimostrarono coraggio e patriottismo contro i neonazisti» disse all’epoca – possa avere «interesse a far rientrare le truppe entro la fine di aprile». Per poter così celebrare sulla Piazza Rossa, nel 77mo anniversario della vittoria sulla Germania nazista nella Seconda guerra mondiale, anche la “vittoria” in Ucraina. Solennizzare in casa, nella piazza simbolo della capitale, e definitivamente, i «successi degli eroici militari russi»: sarebbe questo l’input che potrebbe sancire la fine delle ostilità. E il rientro delle forze armate russe dopo l’invasione in Ucraina.

… E la parata della vittoria sulla Piazza Rossa

Una possibilità che collima con il quadro militare e il bollettino di guerra. Con l’ultimo rapporto della Difesa britannica che indica come le forze russe «stanno lottando per superare le sfide poste dal territorio ucraino» e «sono bloccate» nella loro avanzata. Il che spiegherebbe anche la richiesta di aiuto ai cinesi. Il ricorso ai miliziani ceceni. E l’appello ai 16mila miliziani siriani. Insomma, sembra che tutto – o comunque molto – porti a convalidare quanto circola in ambienti moscoviti. Dove circola insistente l’auspicio di poter mettere fine al conflitto per quella data. «Trovarsi il 9 maggio in piena guerra – è il ragionamento – sarebbe un brutto colpo di immagine» per il leader del Cremlino, già in grande difficoltà per un’avanzata che continua ad arrancare. E che, secondo fonti di intelligence americane, sarebbe finora costata la vita già ad almeno 7mila soldati russi.

Cosa spiegherebbe l’ipotesi di rientro delle truppe russe entro fine aprile

Riportare i militari in patria per la fine di aprile permetterebbe a Putin di presentarsi alla parata sulla Piazza Rossatradizionale esibizione muscolare della potenza russa, cui per anni avevano partecipato i più importanti leader stranieri, in primis occidentali – rivendicando «il successo o il presunto successo» nell’operazione contro Kiev. Il cui obiettivo, ha ripetuto ancora ieri, non è l’occupazione del Paese. Ma la sua «denazificazione e demilitarizzazione». Il 9 maggio prossimo potrebbe dunque essere, nella mente del leader del Cremlino, una nuova giornata di «trionfo del patriottismo», come lui stesso definì la parata di otto anni fa, dopo l’annessione della Crimea, quando sottolineò l’importanza di «essere fedeli alla madrepatria e di difendere i propri interessi».

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