Il timore di Mattarella: Conte e Salvini cercano l’incidente per andare a votare a giugno. Il retroscena

31 Mar 2022 17:04 - di Francesco Severini
Mattarella

L’ammuina di Giuseppe Conte sulle spese militari con il conseguente compromesso raggiunto grazie alle concessioni del Pd non promette nulla di buono.

Mattarella in allarme per le sparate di Conte

Nell’entourage di Draghi – si legge in un retroscena del Messaggero – “si fa sempre più forte il sospetto che Giuseppe Conte e Matteo Salvini cerchino l’incidente. Per andare a votare a giugno”. E proprio di questo il premier Draghi avrebbe parlato con il presidente Mattarella. Anche lui in forte allarme per uno scenario di questo tipo.

Draghi teme che anche la Lega voglia tirarsi fuori

Mario Draghi è tra due fuochi: da una parte Conte il pacifista dall’altra Matteo Salvini in pressing contro la ministra degli Interni Lamorgese sulla questione migranti, ma molto meno insidioso del leader 5Stelle.

Ad aprile il momento della verità

“Il momento della verità – scrive il Messaggero – sarà a metà di aprile, quando il Documento di economia e finanza (Def) che dovrebbe contenere l’aumento delle spese militari, sarà votato dal Parlamento. Prima l’«incidente» è da escludere.
La convinzione che Conte e Salvini puntino alle elezioni a giugno è fondata sulla «pretestuosità» e la «strumentalità» dell’atteggiamento dei due leader, sia sul fronte delle spese militari, sia su quello dei migranti”.

M5S e Lega alle prese con i sondaggi sfavorevoli

Il movente? Sarebbe il crollo continuo dei due partiti nei sondaggi: «5Stelle e Lega perdono, in un quadro che vede il loro sostegno a Draghi, mezzo punto percentuale al mese», dice un’autorevole fonte dell’esecutivo, «perciò, per istinto di conservazione e di sopravvivenza, stanno cercando un modo di far cadere il governo senza però volersi intestare la crisi, non avendo né Conte, né Salvini la forza politica per farlo…»”.

Conte sul riarmo mira a colpire anche Di Maio

Una cosa è però certa: se di ambiguità e di ricerca dell’incidente si vuole parlare, sul banco degli imputati deve salire Giuseppe Conte, il cui partito esprime il ministro degli Esteri. E il sospetto fortissimo è che le sue uscite contro il riarmo, la guerra, le spese per la difesa, siano in realtà un’arma puntata contro Draghi ma soprattutto contro il titolare della Farnesina, Luigi Di Maio, il pericoloso rivale dell’ex premier.

 

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